Martino (Giorgio Pasotti) è il custode notturno della Mole Antonelliana. I suoi passaggi, le sue scale a chiocciola e i tempietti sulla guglia con le loro vertiginose viste non hanno segreti per lui. Martino si è anche ricavato una specie di casa da un locale abbandonato dentro il corpo dell'edificio e lì passa le sue giornate quando non lavora. Ma la Mole è anche il Museo del Cinema e, da mezzanotte in poi, diventa il regno di Martino, che ci vive come in un mondo a parte, dove sembra essere felice di vivere come il solo essere umano circondato dalle ombre dei film muti che si proietta per sé. Amanda (Francesca Inaudi) e l'Angelo (Fabio Troiano) provengono dalla parte opposta della città, dal quartiere periferico della Falchera. L'Angelo è un ladro d'auto, tranquillo nella sua condizione di piccolo delinquente e tombeur de femmes. Amanda, la sua fidanzata ufficiale, è, al contrario, disperatamente alla ricerca di un modo per cambiare la propria vita. Per l'intanto divide la sua casa con Barbara (Francesca Picozza), una shampista con l'inclinazione agli oroscopi, e lavora come cameriera in un fast food del centro, lo stesso frequentato da Martino prima di prendere servizio. Il destino vuole che un giorno Amanda sia costretta a fuggire dalla polizia e debba chiedere aiuto a Martino. Martino la nasconde nella Mole. I loro due caratteri non potrebbero essere più diversi. Martino è abituato alla solitudine e adesso deve condividere con una ragazza anche il letto. Amanda, che ha conosciuto solo fatica e delusioni, si trova all'improvviso a vivere nel mondo sospeso della Mole/Museo, un luogo magico e incantato. Piano piano i due si avvicinano, fino a che Martino confessa ad Amanda il suo segreto. Intanto l'Angelo ha sistemato (a modo suo) le cose con il tizio del fast food. Amanda può tornare a casa. Ma è evidente che le cose non sono più come prima. La storia (un po' "Jules et Jim", un po' melodramma muto, un po' comica da Buster Keaton) si riapre verso il suo imprevedibile finale.

«Nell’estate del 2002 mi ritrovai con [alcuni] progetti finiti male e senza nessuna reale prospettiva. E contemporaneamente con la necessità quasi fisica di fare un film di finzione. […] Così feci quello che la mia indole bergamasca mi ha sempre portato a fare in situazioni di stallo. Invece di mollare, rilanciai. […] Guardai il mio conto in banca […] Feci due conti e decisi di produrmi un film da solo, date certe condizioni economiche e produttive, cioè non spendere più di 250.000 euro. […] [La storia non è] motivata da un personaggio, bensì da un luogo: la Mole Antonelliana. Non so come ci pensai, fu una specie di folgorazione. Si trattava di un luogo estremamente suggestivo in sé – e poi era il Museo del Cinema. Ed era proprio lì, sotto casa. Data la ristrettezza del budget, fare un film “torinese” era fondamentale. Torino era l’unica città, fuori da Roma, che, oltre a fornire la storia, poteva fornire un supporto produttivo in termini di maestranze, professionalità, strutture. Per non parlare della Film Commmission e dell’esistenza di uno studio digitale come il Lumiq, che mi fornì la telecamera. Già, perché a quel punto mi ero rimesso in contatto con Dante Cecchin e gli avevo chiesto se aveva voglia di gettarsi in questa nuova avventura. Facemmo dei test di ripresa alla Mole in vari formati digitali e optammo per l’HD. […] In verità una sceneggiatura del film non è mai esistita. C’erano dodici pagine con un breakdown di scene. Abbiamo lavorato a moduli. […] Abbiamo girato solo quattro settimane. Però è davvero andata così.. Alla fine il cinema può essere una cosa semplice se vivi la penuria di mezzi come libertà creativa. E naturalmente non bisogna dimenticare che io credo che il cinema sia soprattutto montaggio» (Davide Ferrario)

Regia
Davide Ferrario
Soggetto
Davide Ferrario
Sceneggiatura
Davide Ferrario
Fotografia
Dante Cecchin
Montaggio
Claudio Cormio.Marco Giacomelli (montaggio digitale suono).
Scenografia
Francesca Bocca (Scenografa); Carlo Pagani (attrezzista di scena); Marco Mutton (aiuto attrezzista).
Costumi
Paola Ronco (Costumista); Rossella Tarantino (assistente costumista); Serena Barboni (sarta).
Musica originale
Banda Ionica, Daniele Sepe, Fabio Barovero
Suono
Gianni Sardo.Elena Denti (microfonista); Marco Giacominelli (montaggio del suono).
Operatore
Martino Pellion di Persano (riprese 9,5mm); Marco Sgorbati e Antonio Scappatura (aiuto operatore); Stefano Sampaolo (assistente operatore)
Effetti speciali
Grande Mela, Marcello Buffa
Truccatori e parrucchieri
Nadia Ferrari (capo trucco)
Aiuto regia
Fernanda Selvaggi
Casting
Lorella Chiapatti, Chiara Moretti
Segretario di edizione
Altri credits
Paolo Mariotti (capo squadra macchinisti); Marco Montanaro (aiuto macchinista); Antonio (Lello) Roppolo (capo squadra elettricisti); Niki Ferrara (elettricista); Francesco Giai Via (aiuto elettricista). Ivano Bellino (ricerche d'archivio e consulenza tecnica). Piergiorgio De Luca e Dream Sound di Tullio Arcangeli (effetti sonori); Andrea Malavasi/Sound On Studios Roma (mix); Luca Onorati (post-produzione); Lumiq Studios (post-produzione).
Interpreti
Giorgio Pasotti (Martino), Francesca Inaudi (Amanda), Fabio Troiano (L’Angelo), Francesca Picozza (Barbara), Silvio Orlando (il narratore), Pietro Eandi (il nonno), Andrea Romero (il padrone del Fast Food), Giampiero Perone (Bruno, il metronotte), Francesco D’Alessio, Gianni Talia, Andrea Moretti (la banda della Falchera), Gianna Cavalla (ricettatrice), Claudio Pagano (guardia del corpo), Maurizio vaiata (il cugino Maurizio), Ladis Zanini (Strizzapalle), Ivan Negro (Ivan), Lidia Streito Misdim (ragazza indonesiana), Alberto Barbera (Direttore del Museo del Cinema), Ladis Zanini
Direttore di produzione
Adelina Arcidiaco
Ispettore di produzione
Federico Mazzola, Francesco Beltrame
Organizzatore generale
Produttore
Davide Ferrario
Produzione
con la collaborazione di Lumiq Studios, Film Commission Torino Piemonte (2002)
Distribuzione
Medusa
Arredamento
Assistente al montaggio
Giorgio Grosso
Assistente scenografo
Assistente alla regia
Luca Grivet Brancot, Andrea Zambelli
Vendite internazionali
Adriana Chiesa Enterprises
Premi e festival

Premi:
Caligari Film Preis e Don Quixote Award del Forum Berlinale 2004 a Davide Ferrario.
Premio Internazionale Flaiano 2004 a Davide Ferrario come Miglior Film, a Giorgio Pasotti come Miglior Attore, a Francesca Inaudi come Miglior Attrice, a Claudio Cormio come Miglior Montaggio.
Grolla d’Oro 2005 per l’innovazione David di Donatello 2005 a Grande Mela per i Migliori Effetti Speciali Visivi.

Festival:
SHANGHAI FILM FESTIVAL 2006: Special Focus: Sketches of Italy.
BANGKOK INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2005: Windows on the World.
DAVID DI DONATELLO 2005: Migliori Effetti Speciali Visivi (Grande Mela).
FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO DI TOKYO 2005: Panorama.
MIAMI/ACAPULCO ITALIAN FILM FESTIVAL 2005: In Concorso.
PALM SPRINGS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2005: Sezione: World.
PREMIO SAINT-VINCENT PER IL CINEMA ITALIANO - GROLLE D'ORO 2005: Grolla d'oro all'innovazione.
RENCONTRE DU CINÉMA ITALIEN DE BASTIA 2005: Premio della Città di Bastia.
SEATTLE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2005: Contemporary World Cinema.
ST. LOUIS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2005: Panorama.
ANNECY CINEMA ITALIEN 2004: Eventi BERLINALE 2004: Premio Caligari 2004; Premio Don Quixote della "International Federation of Film Societies".
CHICAGO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2004: World Cinema.
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA LATINOAMERICANO 2004: Muestra de Cine Italiano.
NOIR IN FESTIVAL 2004: Omaggio a Davide Ferrario.
SÃO PAULO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2004: Perspectiva Internacional.
SIVIGLIA FILM FESTIVAL 2004: Europa_Europa.
THE NORWEGIAN INT'L FILM FESTIVAL 2004: Cinema Italia.
VALLADOLID INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2004: Meeting Poin.

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile 2020