Proviamo a stare un momento in apnea. Cosa succede al mondo quando smettiamo di respirare? Quando abbiamo paura, quando perdiamo il contatto con noi stessi? Succede che il mondo, per quanto malato, continua a curarci, si accorge di ogni singola creatura e ci fa rinascere. Cura le ferite delle nostre origini, attraverso un canto universale, nascosto a miglia e miglia di distanza, e con le vibrazioni dei suoni è vicino a ognuno di noi, tanto da toccarci nell'animo. Una risonanza umana. Che, a guardarla bene, è il pentagramma di un DNA universale.
Il canto del respiro racconta di maestri di culture nomadi, a confronto con la globalizzazione e la cultura occidentale, consapevoli che il loro sapere è a repentaglio e una volta perso sarà irrecuperabile. I loro giovani allievi imparano l’ascolto dei loro ambienti, i canti peculiari e prendono consapevolezza del proprio respiro. L’idea del film nasce da un’esperienza intima: durante la gravidanza e al momento del parto, ho riscoperto un ascolto quasi primitivo. Il mio canto guidava il mio respiro, il Respiro guidava me e la creatura che portavo in grembo durante la crescita e alla nascita/rinascita: la nascita di mia figlia e la mia rinascita. Ho percepito il mio corpo come cassa di risonanza e ho sentito le vibrazioni di un grande respiro che ci unisce. Il canto e il respiro hanno alleviato il mio dolore, tanto che al momento del parto non urlavo ma cantavo. La gravidanza è un viaggio meraviglioso. Quel grande respiro unificatore, sono andata a ricercarlo nel mondo.