Federico vive con i suoi genitori i quali versano in una situazione economica drammatica a causa del fallimento della compagnia teatrale di Angelo, padre di Federico e incapace di reagire alla nuova situazione lavorativa.
Filomena, mamma di Federico, racimola qualche soldo stirando camicie e Federico, prima di andare a scuola, fa le consegne con la sua vecchia bicicletta da corsa.
Finite le consegne, insieme a Rosella, sua compagna di classe ed esperta meccanica di biciclette, si allena duramente per partecipare alle selezioni per i professionisti.
Selezioni molto ambite anche dal suo compagno di classe, Roberto, figlio di Giancarlo ed ex contabile della compagnia teatrale di Angelo, il quale non fa mancare nulla al proprio figlio: bici da corsa Cipollini, allenatore personale e partecipazione a tutte le competizioni.
Federico, non potendo ricevere aiuto da suo padre, dopo la scuola lavora in un supermercato per guadagnare i soldi necessari all’acquisto di una nuova bicicletta. Quando riuscirà, dopo un mese di lavoro a mettere da parte dei soldini, Giancarlo, persona di fiducia della famiglia, ruberà i soldi al ragazzo e lo farà licenziare dal supermercato, impedendogli così di partecipare alle selezioni, alle quali partecipa anche suo figlio Roberto.
Filomena e Angelo attraversano una profonda crisi matrimoniale ma riusciranno a venire a capo dei loro problemi e grazie all’aiuto di Fiorenzo e di Rosella,
Federico riceverà in regalo una bici nuova da corsa e potrà partecipare alle selezioni.
Per anni l’Italia sportiva, non solo quella del ciclismo si è divisa tra due corridori: Fausto Coppi e Gino Bartali. La domanda era uguale per tutti: chi è il più forte?
Questo era il dilemma che attanagliava milioni di italiani tra il 1940 e il 1948.
Era l’Italia della guerra e della sconfitta. Uno stivale ammaccato, umiliato e depradato. E su quelle strade polverose disfatte dai bombardamenti alleati, in molti pedalavano per realizzare i propri sogni. Due corridori su tutti però quelle strade riuscirono addirittura a ripararle, a ricucirle nei percorsi che portavano da nord a sud, da est ad ovest. Era il giro d’Italia del 1948, di quel paese con i calzoni “americani” e con i contadini vestiti di stracci e scarpe abbondanti, dove si sudava e si pedalava senza mai lamentarsi. L’apoteosi dello sport, del suo messaggio, dei suoi valori.
Eppure, Bartali e Coppi erano in fondo due giovani che però, su quelle strade maledettamente ferite, vedevano i loro sogni.
I sogni….appunto, e i giovani, appunto …
Ho scritto questa sceneggiatura con l’obiettivo di parlare del sogno, inteso come mezzo per migliorare se stessi. Ho immaginato così un giovane che sapesse ancora sognare, che avesse le idee chiare sul suo futuro e che facesse di tutto per realizzare quella necessità, perché sognare è necessario. Non ci si può esimersi.
E allora perché i giovani non sognano, o perlomeno, perchè molti di loro non lo fanno.
Io penso semplicemente perchè hanno tutto e questo “tutto” li appiattisce, li svuota, li rende tutti uguali e così, il mio povero Federico, protagonista di questa storia nasce spogliato dei suoi averi. Ha una bicicletta scassata e vuole fare il ciclista professionista. Ma se avesse voluto fare il calciatore, sarebbe nato dalla mia penna senza le scarpe e il pallone perchè i sogni vanno costruiti, cementificati nelle nostra ossa, impressi nella nostra testa.
Federico è un po’ Bartali, un po’ Coppi e se dovesse rispondere alla domanda che attanagliava gli italiani del dopoguerra, lui timidamente direbbe così: “Coppi era il talento, il genio, il Campione ma Bartali era e rimane il ciclismo.”
Quanto a me, umile sceneggiatore e regista di questa storia, penso che entrambi erano il sogno più bello chiamato ciclismo.
Montaggio
Alessio Doglione
Musica originale
Carmine Padula, Eduardo Caiazza
Truccatori e parrucchieri
Paolo De Maria
Interpreti
Riccardo Fiorio (Federico), Vittoria Chiolero (Rosella), Francesco Isasca (Roberto), Gianni Parisi (Angelo), Stefania De Francesco (Filomena), Franco Barbero (Fiorenzo), Michele Franco (Giancarlo), Luciana Nigro (Margherita), Mauro Tarantini, Simone Moretto (Professore), Umberto Anaclerico, Nicola Marchitiello, Paolo Belletrutti, Giada Dovico, Luca Galtieri, Antonio Paolino, Mario Zucca, Simona Beruatto, Franco Balmamion e Giovanni Ellena, Giada Maria Dovico (panettiera)
con la collaborazione di Film Commission Torino Piemonte e il sostegno del Comune di Rivara e del Comune di Ozegna (TO), con i patrocini di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, Federazione ciclistica italiana.
Assistente scenografo
Samuela Simona Napoli, Simona Petrucci