Cosa succede quando all’improvviso la nostra vita viene spezzata da un evento traumatico? Eva Pattis, psicoterapeuta specializzata in emergenze, ci accompagna sul percorso del superamento dai grandi
traumi, a partire dall’emergenza Covid-19, passando per un genocidio (quello degli Yazidi) e una guerra civile (in Ucraina), tessendo un filo sottile che lega questi al proprio vissuto, ad un trauma famigliare risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Durante un conflitto o un’epidemia siamo abituati a contare morti e feriti. Tutto sembra terminare nel momento esatto in cui l’ultimo corpo viene colpito e contato. Poi, l’attenzione si rivolge alla tragedia successiva. Per contare, nuovamente, morti e feriti. Raramente prendiamo in considerazione le ferite psicologiche dei sopravvissuti. Perché sono invisibili nel corpo. E spesso sono anche indicibili, perché rimosse e sepolte al di sotto di una serie di sintomi fisici, gli unici visibili.Eva Pattis, professionista stimata a livello internazionale, ci porta ad esplorare il tempo psichico di questi eventi, così diverso dal nostro. Attraverso il suo lavoro Inside Trauma ci porta a conoscere nel profondo il concetto vivo di “trauma”; ci fa esplorare una geografia composta da ruderi psichici, nel tentativo di ricostruire l’evento che ha provocato il crollo. Riconoscerlo per superarlo definitivamente. Con la mente, oltre che con il corpo.Per riconoscerlo è necessario trovare le parole che possano descriverlo. Dirlo. Ma le sole parole sono spesso troppo razionali. Ed è in questo scacco che si fa largo la forza delle immagini, il loro potere nella cura di un trauma. Siano esse fotografie, rappresentazioni pittoriche, o immagini interiori depositate in una sabbiera.