Un viaggio a ritroso seguendo le impronte lasciate da altri avventurieri. Pablo Gil Rituerto e la sua troupe ripercorrono – attraverso un montaggio che alterna, in maniera armoniosa, passato e presente – l’avventura degli etnomusicologi Cantacronache che, nel 1961, sfidarono i veti della censura franchista, per esplorare la Spagna e raccogliere informazioni sui canti popolari della guerra civile. Da quelle registrazioni semi-clandestine vedrà la luce il disco Canti della nuova resistenza spagnola, un classico del folk e colonna sonora della contestazione - anche in Italia - che il ‘caudillo di Spagna’ liquiderà sprezzante definendolo “la Marsigliese degli ubriachi”. Le ferite mai rimarginate della violenza di Franco tornano a sanguinare, ma con loro rivive anche la forza immutata di quella musica, dolente e appassionata, che sembrava preludere a un mondo migliore e che, oggi, suona più necessaria che mai. (e.s.)
Dopo anni di ricerche, possediamo oggi un’ampia base documentaria e archivistica meticolosamente raccolta, riguardante il viaggio dei Cantacronache: registrazioni sonore, fotografie, scritti, filmati e documenti. Ma La Marsigliese degli ubriachi non è solo un film storico che ricostruisce il viaggio dei Cantacronache, poiché è anche aperto al presente. Lo spirito vivace e forse incosciente dei Cantacronache guida il nostro approccio: come risuonano oggi, nel presente, le lotte del passato? Cosa rimane di quelle canzoni nella Spagna di oggi? L'ascesa di partiti populisti e di estrema destra è un denominatore comune in tutta Europa e pone in questione i processi storici di revisione e riparazione, che hanno avuto luogo nei diversi paesi post-fascisti con vari gradi di successo. È in questo contesto che diventa indispensabile tornare a storie come quella raccontata ne La Marsigliese degli ubriachi, una storia che è stata messa a tacere per molto tempo. La memoria, infatti, è un’eredità che ha significato solo quando riusciamo a farla agire nel presente.