Tratto dal racconto di Barbara Baraldi vincitore del premio Mario Casacci “Dorothy non vuole morire” il cortometraggio vuole essere un omaggio post-moderno alle atmosfere gotiche dei thriller italiani anni ’70. Vuole essere un omaggio a Dorothy, sensibile e giovane ragazza. Attratta dalle scarpette rosse che le ricordano tanto il Mago di Oz. Dorothy che sogna, sogna un mondo dove le amiche sono amiche vere e i fidanzati amano per sempre. Dorothy che reagisce ai suoi sogni infranti nel
più definitivo modo possibile.
Partendo da un soggetto che ben si presta alla trasposizione cinematografica, il film vuole essere un prodotto di genere e di intrattenimento. Un robusto thriller in cui la protagonista rivela il suo lato più nascosto reagendo all’ennesima delusione, il tradimento del suo ragazzo. Dorothy è una ragazza gentile,
sognatrice. Non a caso è attratta dalle scarpette rosse che vede in vetrina e che vorrebbe usare come uno strumento magico, come nel mago di Oz, per fuggire da una realtà che è più un incubo, in cui non si trova, per scappare via in un mondo da sogno. Per una volta la vittima reagisce e lo fa nel modo più imprevedibile e violento possibile e lo shock è talmente forte da non farle ricordare per un attimo cosa è realmente successo.