Un uomo vegeta nel proprio appartamento, lontano dal resto del mondo. Niente lo scalfisce. Solo l'ennesimo tentativo telefonico da parte del fratello per contattarlo provoca in lui un moto vitale. Dopo aver distrutto la segreteria telefonica con un oggetto molto particolare, quest'ultimo innesca nell'uomo una somma di ricordi che lo proiettano con la memoria ad una gita in montagna fatta con la propria amata qualche anno prima. Una sorta di caccia al tesoro dei ricordi. L’uomo, che sembra aver perso quasi del tutto la propria identità, raggiungerà la consapevolezza di cio’ che realmente è stato, grazie alla proiezione di un ricordo preciso. Un percorso che non è altro che la dilatazione di un momento, nel quale sarà proprio la presa di distanza dalla visione, che lo aiuterà a distinguere, e forse persino ad accettare, ciò che è reale da ciò che non lo è.
Vogliamo raccontare una storia nella quale un essere umano si annulli per un altro. Un annullamento amplificato dall’abbandono. Una reazione comune che in molti hanno provato e nella quale è facile identificarsi. Un gioco di specchi fra i protagonisti e lo spettatore. Un breve viaggio catartico verso la consapevolezza che mira a liberare chiunque ne prenda parte, fuori e dentro lo schermo. Vogliamo cogliere il momento preciso della liberazione. Distinguendo tutte le fasi che lo precedono, un tira e molla vorticoso fra passato e presente nel quale si potrebbe rimanere intrappolati per una vita intera.