Dai romanzi di Antonio Manzini prende vita il poliziotto più ‘scorretto’ della letteratura italiana. Rocco Schiavone, trasteverino classe 1966, vicequestore in forza alla Polizia di Stato, è saccente, cinico, sboccato, violento e con un senso etico tutto personale. Odia il suo lavoro, ma soprattutto odia Aosta dove è stato trasferito per motivi disciplinari. Le sue azioni spesso esondano i margini della legalità. Però ha talento da vendere nella risoluzione dei casi. E un cuore d’oro. È cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici di sempre. Gli amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia. Ma questo non ha intaccato il loro affetto. Insomma, Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui farebbe dire il contrario. C’è solo una donna che riesce a penetrare oltre la scorza che Rocco si è costruito intorno: Marina, sua moglie. Anche Marina ha le sue particolarità, la più significativa è che Marina è morta.