La serie è ambientata nel 1967.  
I protagonisti di questa storia sono Vittorio Costa, non ancora quarantenne, la sua donna, Anna, di qualche anno più giovane di lui, che non possiamo chiamare moglie perché moglie non è, le loro figlie Benedetta 17 anni, Marina 10 anni e Clara 5, e la madre di Anna, Alberta, che non possiamo chiamare suocera perché suocera non è.
È una grande, vera storia d’amore e, come tutte le storie d’amore che vale la pena di raccontare è costellata di imprevisti, guai, attimi di gioia, speranze disattese e soluzioni inaspettate. 
Vittorio, Anna e le loro figlie hanno vissuto in provincia e sono stanchi di sentirsi giudicati ‘diversi’ per una pecca, a quei tempi inaccettabile: Vittorio e Anna non sono marito e moglie.  Vittorio, quando ha conosciuto Anna era già sposato. È stata una fesseria da ragazzo, Vittorio aveva appena diciannove anni, quel matrimonio disinvolto è naufragato neanche un mese dopo le nozze la sposa si è dileguata nel nulla, ma a quei tempi sciogliere un matrimonio rivolgendosi alla Sacra Rota non era affatto semplice.
Ora questa famiglia ‘di fatto’ si trasferisce a Torino sperando che, in una grande città in veloce evoluzione la loro storia personale e il loro stato civile possano passare inosservati.
Il fatto che non siano regolarmente sposati avrà invece ripercussioni anche nella loro vita in città, l’attesa del sospirato annullamento che si farà aspettare ancora condizionerà, inevitabilmente sia in senso positivo che negativo, i rapporti tra loro e quelli con i nuovi amici e conoscenti.
Il ritorno assolutamente inatteso di Francesca, la moglie di Vittorio scompiglierà la loro esistenza prospettando nuovi scenari inaspettati.
Ma la vita va avanti comunque ed i nostri protagonisti accetteranno ogni sfida e vivranno questo anno formidabile in cui tanti cambiamenti epocali cominciano a erodere vecchie abitudini, in cui nascono  nuove consapevolezze e  le donne cominciano a reinventare  il loro ruolo in famiglia e nella società.
Nello scenario della Torino delle fabbriche, dell’Università, con il Toro orfano di Meroni e la Juventus che vince fortunosamente il campionato, i caffè del centro, la FIAT, la RAI, le prime lotte studentesche e i libri dell’Einaudi che ti portano i nuovo mondi letterari in casa.

Questo nostro amore è una commedia all'italiana e racconta di persone semplici che inseguono la felicità attraverso l'amore. La storia è ambienta nel 1967 a Torino e si svolge nel periodo di tempo che va dal 15 gennaio 1967 al 1 gennaio del 1968.

Il nucleo centrale della storia si snoda attorno al dramma sociale di una coppia di concubini (cittadini non sposati). Lui, del centro nord, marchigiano, è Vittorio Costa, interpretato da uno straordinario Neri Marcorè. Lei, di Torino, è Anna Ferraris, interpretata da Anna Valle, brava, intensa, bellissima, una vera scoperta per me.
Il concubinato, come l'adulterio, in quegli anni erano ancora un reato. Per il primo si rischiavano fino a due anni di prigione. Questo conflitto, che la famiglia Costa vive, porta una forte carica drammatica all'intera trama.

Ci sono poi alcune sotto-trame che progressivamente si allargano sino a rendere corale l'intero assetto narrativo.
C'è la storia dei siciliani vicini di casa dei Costa/Ferraris, la famiglia Strano. Salvatore e Teresa Strano, fantastici marito e moglie, sfidano le difficoltà della vita con furbizia e bontà (termine scomparso nella disincantata Italia contemporanea).
C'è la storia d'amore di Benedetta Costa, figlia maggiore di Vittorio e Anna (interpretata da una splendida Aurora Ruffino). La giovane 18enne vacilla tra due forti passioni: l'amore per la vita e l'amore per un ragazzo del sud. C'è la storia dei bambini, 7 bambini, su cui spicca quella di Marina Costa, secondogenita della famiglia e dei due ge- melli Strano. E poi ce ne sono altre, altre storie appassionanti.

Gli anni sessanta sono stati raccontati molte volte e il nostro paese vanta, forse, in quel decennio, la migliore produzione cinematografica.
Nei film prodotti in quegli anni ho trovato parecchie fonti d'ispirazione. Cito quelli che mi hanno fornito un' ispirazione diretta e sono tutti di Pietro Germi: Signore e Signori, Il Ferroviere, Divorzio all'Italiana. Poi, La Famiglia di Ettore Scola e La Donna della Domenica di Luigi Comencini.
Ho cercato poi delle ispirazioni contemporanee, in registi che hanno raccontato "oggi" gli anni sessanta. Cercavo, in questo senso, un approccio moderno ad un genere consolidato come quello della commedia all'italiana. Il mio principale scopo era di evitare fughe nostalgiche o scimmiottamenti del genere. Devo dire che in questo caso ho trovato più ispirazione nella cinematografia straniera, e nelle serie televisive straniere (An Education, Mad Men, In the mood for Love, The Reader, I love Radio rock, Il piccolo Nicolas e i suoi genitori).
La Torino del 1967, era una città al culmine del fenomeno dell'immigrazione. Gli italiani del meridione erano arrivati già da parecchi anni e avevano invaso il centro storico (abbandonato dai torinesi). In quel periodo avevano invaso anche le periferie, dove vivevano in interi nuovi quartieri costruiti apposta per ospitarli.
Ho scelto un condominio di Via Mazzini, una via centrale di Torino, per la casa dei Costa/Ferraris, degli Strano e di tutti gli altri personaggi. Il condominio è diventato così il centro d'aggregazione di quasi tutti i personaggi e delle loro storie.
In Torino Nera di Carlo Lizzani ho potuto vedere l'orrore di quegli alloggi di fortuna, soprattutto mansarde, povere, bollenti e ghiacciate a seconda delle stagioni. Per aiutare la commedia, ho abbandonato la via del verismo, che mi avrebbe costretto ad un immagine nera che per altro non avrei potuto dare perché la Torino di oggi, postindustriale, è una bellissima città, accogliente e, come si dice solo per le piccole città o dei villaggi sperduti nella natura, a misura d'uomo.
L'immagine è così luminosa, così come me la immaginavo, grazie alla brillante fotografia di Armando Buttafava Bonalloggi e alla splendida estate Torinese.

Regia
Luca Ribuoli
Soggetto
Stefano Bises, Elena Bucaccio. Stefano Bises (Soggetto di serie)
Sceneggiatura
Stefano Bises, Elena Bucaccio, Francesco Cioce, Fidel Signorile
Fotografia
Armando Buttafava Bonalloggi (Direttore della Fotografia).Roberto Forza.
Montaggio
Marco Garavaglia
Scenografia
Massimo Santomarco (Scenografo).Valentina Menegatti (Aiuto scenografo); José Palermo (Macchinista); Vitaliano Crispo (Attrezzista di scena); Antonio Elia (Costruttore).
Costumi
Sandra Cardini (Costumista). Sara Giovene (Assistente ai costumi); Elisa Francescotti (Aggiunta costumi); Giorgia Morra (Capo sarta).
Musica originale
Nicola Tescari.Edizioni musicali RAI.
Suono
Brando Mosca (Second unit sound mixer)
Operatore
Paolo Benitti (Video assist).
Truccatori e parrucchieri
Katia Lentini (primo assistente); Alice Pistoi (seconda assistente trucco). Pablo Cabello (Parrucchiere); Rosa Calì (rinforzo parrucchieri).
Aiuto regia
Federico Nuti
Casting
Claudia Marotti, Francesco Vedovati, Brenda Civico.Francesco Palmero (assitente casting); Laura Leonardi (extras casting coordinator). HK Management. Biagio Emilio Bodriti (Cameraman montaggio video casting).
Segretario di edizione
Altri credits

Cristian De Mattheis (Regia seconda unità).

Maurizio Lesto De Angelis e Fabrizio Sapino (Aiuto segretario di produzione); Emanuela Minoli e Daniele Manca (Location manager); Luca E. Galzignato (Assistente Location manager); Gianni Pace (Segreterio di produzione); Antonello Nieddu (Polivalente di produzione). Paolo Saccinto, Vito Brunetti (Elettricisti).


Simona Cannonito (Aiuto cassiera).

Laura Fischietto (Story Editor PayperMoon Italia).

Max Gusberti (Consulente artistico PayperMoon Italia).

G.F. Control Service (Assistenza, Noleggio materiali e Consulenza di scena).

Interpreti

NERI MARCORÈ (Vittorio Costa), ANNA VALLE (Anna Ferraris), MARZIA UBALDI (Alberta Ferraris), AURORA RUFFINO (Benedetta Ferraris), KAREN CIAURRO (Marina Ferraris), NOEMI ABBRESCIA (Clara Ferraris), DEBORA CAPRIOGLIO (Francesca), NICOLA RIGNANESE (Salvatore Strano), MANUELA VENTURA (Teresa Strano), DARIO AITA (Bernardo Strano), ALBERTO BARTOLO VARSALONA (Domenico Strano), CLAUDIO VARSALONA (Fortunato Strano), CLAUDIO LA RUSSA (Ciccio Strano), STEFANO SANTOSPAGO (Ing. Ernesto Girola), AUGUSTO FORNARI (Ugo Cerutti), RENATO SCARPA (Motta), MICHELE DI MAURO (Mario Gobino), LORENZO BALDUCCI (Carlo Coetaneo), GABRIELE ANAGNI (Maurizio Botti), VERA DRAGONE (Gisella Mittone), STELLA EGITTO (Immacolata), DAVIDE LORINO (Zorzi), SIMONA NASI (Mirna), DONATELLA BARTOLI (Luigia Gobino), GIANLUCA FERRATO (Nicola Mastrangelo), TIZIANA CATALANO (Simonetta Mastrangelo), MICHELA CAPITONI (Dolores), GIANNI BISSACA (Direttore scuola Marina e Clara), Paolo Belletrutti (Padrone di casa sig. Ceretto).

Direttore di produzione
Tomas Tyler, Gianluca Ottone
Produzione esecutiva
Riccardo Cardarelli
Produttore
Paola Leonardi, Monica Paolini (Produttori RAI)
Produzione
PayperMoon Italia (Milano)
Con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte
Distribuzione
Rai
Assistente al montaggio
Alessandro Poggioni
Assistente scenografo
Assistente alla regia
Veronica Pegoraro; Alessio Periti
Premi e festival

è andato in onda su Raiuno domenica 28 e martedì 30 ottobre 2012,  domenica 4, martedì 6, martedì 13 e martedì 20 novembre 2012.

Ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2024