Torna al cinema lunedì 27 ottobre "Onde di terra" di Andrea Icardi, l'opera dedicata alle Langhe e alle sue storie di cambiamenti e tradizioni, caso cinematografico local della scorsa stagione.
Il film sarà in programma al Massimo di Torino (via Verdi 18) con cinque proiezioni: alle ore 9.00, 11,30, 15, 17,30 e 20.00.
Primo lungometraggio di Andrea Icardi – prodotto da SISCOM e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – “Onde di terra” è ambientato nelle Langhe rurali degli anni ’70 spopolate dall’industrializzazione.
Piccola produzione indipendente scritta e diretta dallo stesso Andrea Icardi, è ispirato a storie vere e intriso di memoria e resilienza, in cui i “bacialé” - mediatori di matrimoni - combinano unioni tra contadini locali e donne del Sud.
Il film racconta le Langhe prima che diventassero uno dei luoghi più amati e visitati al mondo. Realizzato con fedeltà storica, “Onde di terra” narra la società in trasformazione degli anni Settanta e la crisi d’identità di luoghi e persone, che, pur nella difficoltà, sono rimasti a vivere tra le colline. A rendere tutto più intenso, alla storia di Andrea Icardi si aggiungono la suggestiva fotografia di Lorenzo Gambarotta e la coinvolgente colonna sonora di Enrico Sabena, oltre alle sorprendenti interpretazioni di Erica Landolfi, Paolo Tibaldi e Lucio Aimasso.
“Onde di terra” ha ottenuto diversi premi sia in Italia che in ambiti internazionali, tra cui si segnalano il riconoscimento come miglior film al Paris play film festival, una menzione d’onore al festival di Salerno, il Premio Speciale La prima cosa bella, all’Asti film festival e la vittoria nella sessione autunnale del Kraken film festival. Inoltre, dopo i premi per la regia e il soggetto, ha conquistato un prestigioso riconoscimento anche per la colonna sonora firmata dal maestro Enrico Sabena, inserita tra le 100 migliori del 2024 dal magazine Colonnesonore.net.
Con il film di Andrea Icardi si torna agli anni Settanta nelle colline di Langa, in un'epoca di trasformazioni che cambiarono e segnarono per sempre il territorio. La trama riprende i sacrifici e le speranze che caratterizzarono le vite degli abitanti dell'area piemontese. Tra le morbide colline della zona agricola, un tempo ricoperte da noccioleti, vigneti e molti boschi, poi spopolate a causa degli effetti dell'industrializzazione, i mediatori di matrimoni chiamati "bacialé" lavoravano per combinare nozze per corrispondenza. Il loro compito era far sposare contadini langaroli e donne del Meridione. Nella storia narrata dal film, l'intermediazione di uno di loro porta una donna a lasciare Brancaleone in Calabria – il paese dove un giovane Cesare Pavese fu confinato negli anni Trenta – per trasferirsi in Piemonte. Arrivata al Nord, però, lei scopre che quell'uomo le cui lettere l'avevano fatta innamorare non è chi le è stato fatto credere.
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