Ci sono storie che non conosciamo, anche se hanno influenzato profondamente la nostra vita. Una di queste è la storia dei Cantacronache, un collettivo torinese di musicisti, letterati e poeti, a cui si deve la nascita del cantautorato italiano.

I Cantacronache, dal 1958 al 1962, pubblicarono, per primi in Italia, dischi e riviste teoriche per proporre una “canzone neorealista”, in contrapposizione alla canzonetta di Sanremo, in grado di narrare i fatti di cronaca e di natura esistenziale. 

Nel documentario “Nel blu dipinti di rosso” a raccontare, straordinariamente, questa storia è la voce diretta di due dei protagonisti di allora, Emilio Jona e Fausto Amodei, il primo è stato il teorico del gruppo, il secondo l’interprete delle canzoni di maggiore successo.

Grazie al ritrovamento degli audio originali del loro primo concerto del 3 maggio del 1958 a Torino, il documentario ripropone il repertorio di canzoni dei Cantacronache, invitando a leggere i loro testi, tra cui gli scritti originali di Italo Calvino, riproposti attraverso un accurato intervento di animazione dei materiali d’archivio. 

Il film dà risalto anche ai viaggi pionieristici dei Cantacronache che furono tra i primi in Italia a raccogliere i canti di protesta degli operai e delle mondine sopravvissuti al fascismo.

Il documentario vede, infine, la partecipazione straordinaria di Willie Peyote, che riannoda una lunga storia partita da Torino quasi 70 anni fa, con l’obiettivo di far riflettere, ancora oggi, il pubblico attraverso la canzone d’autore.

“Nel blu dipinti di rosso” racconta la storia dei Cantacronache attraverso la testimonianza diretta di Emilio Jona, teorico del gruppo, e di Fausto Amodei, interprete principale delle canzoni e le registrazioni conservate negli archivi del C.R.E.O. (Centro Ricerca Etnomusica e Oralità) di Torino.

I Cantacronache furono i primi in Italia a comporre dal 1958 al 1962 “canzoni realiste”, in contrapposizione alle canzonette di Sanremo, diventando così i precursori del cantautorato in Italia.

Ancora oggi le loro canzoni risuonano urgenti e contemporanee, perché parlano di pacifismo, di morti sul lavoro, di diseguaglianze economiche, di giustizia sociale e cattiva politica, come se fossero dei classici senza tempo, a cui ispirarsi per raccontare la società attuale.

Riscoprire l’esperienza dei Cantacronache ci invita ad esistere nella vita reale, a rifuggire dalle distrazioni, ad agire senza arrenderci, a denunciare le contraddizioni che ci rendono infelici, a costruire il mondo che desideriamo con poesia, speranza e senso dell'umanità.

Regia
Stefano Di Polito
Soggetto
Stefano Di Polito
Sceneggiatura
Stefano Di Polito
Fotografia
Stefano Sburlati
Montaggio
Giuseppe Bisceglia
Altri credits

Gino Dell’Aera (Animazione).

Flavio Giacchero, Fondo C.R.E.O. - Centro Ricerca Etnomusica e Oralità (consulenza archivi musicali).

Interpreti

con la partecipazione di Willie Peyote
Emilio Jona, Fausto Amodei (testimonianze dirette)
Flavio Giacchero, Alberto Lovatto, Franco Castelli, Marzia Rey (interviste)

Produttore
Silvia Innocenzi, Giovanni Saulini
Produzione
Magda film
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
Premi e festival

Presentato nella Selezione Ufficiale del 43° Torino Film Festival 

Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2025