Le opere d’arte non restano mai immobili in un museo: fin dall'antichità sono sempre in viaggio, sfidano ostacoli e pericoli e spesso diventano protagoniste di avventure da film. Traslocatori d'arte, esperti, restauratori, curatori museali e tutti coloro che muovono il flusso di opere d'arte per il mondo raccontano perchè l'arte si muove. A volte per necessità drammatica (durante la Seconda Guerra mondiale, i cimeli del Museo Egizio si salvano grazie ai Monuments Men torinesi). A volte per evitare calamità naturali, come il fuoco che divora Notre Dame nel 2019. Per lustro, come racconta il viaggio della Gioconda a New York voluto da Kennedy. O per farsi curare, come nel viaggio per il restauro dei Bronzi di Riace. L'arte viaggia per abbattere i confini e gridare contro le guerre, come Guernica che attraversa il mondo fino al 1992, come i tesori di Tutankhamon che volano sopra le bombe israelo-palestinesi verso Londra nel 1970 e come i manufatti artistici che scappano dai missili in Ucraina.
Art on the Run porta in luce i viaggi dei capolavori dell’arte tramite i ricordi e le testimonianze dei loro più fidati custodi: restauratori, installatori e conservatori, curatori e trasportatori, storici e archeologi. Il documentario alza così il sipario sui mestieri che si svolgono alle spalle della grande arte, osservandoli durante il viaggio di un capolavoro da un museo all’altro. È un mondo poco conosciuto, con una sua cultura, codici, abilità specialistiche, strumenti e strategie, governato da rigorosi accordi di riservatezza. Siamo affascinati da questo esercito silenzioso di guardiani, che a volte si trovano catapultati in avventure pericolose e devono ergersi a eroi per salvare capolavori inestimabili. A spingerci a raccontare questa storia è il fascino di immaginare l’arte come collante universale, che si muove attraverso le nazioni unendo popoli e culture con l’aiuto di araldi appassionati che fanno viaggiare i capolavori per trasmettere conoscenza, ingegno e creatività.