Durante la manifestazione contro la riapertura di una cava nella località montana di Algéres, sei persone vengono colpite dallo stesso potentissimo fulmine, che disperde così la sua carica. A un anno di distanza dell’evento, Yasmin, una giovane ricercatrice parigina, giunge nel paese per indagare gli effetti del fulmine sui sopravvissuti: alcuni hanno subito danni fisici invalidanti, altri acquisito capacità sorprendenti o hanno recuperato ricordi sepolti. Mentre la cava continua a mettere gli uni contro le altre, e accadono eventi sempre più misteriosi, Yasmin entra nell’intimo della comunità, scoprendo segreti e contraddizioni e accompagnandoli verso il giorno dell’anniversario. I folgorati sono sopravvissuti al fulmine perché erano insieme e insieme si troveranno di fronte alla loro montagna magica, che finalmente sarà dalla loro parte.

I folgorati è una serie drama, mistery e fantastica, che esplora come un evento straordinario - un fulmine che colpisce sei persone durante una protesta contro una cava in Piemonte - possa scardinare le vite individuali e ricostruire il senso di comunità. Ognuno dei sopravvissuti al fulmine dovrà fare i conti con la sensazione di essere stato graziato, che pone ancora in un’altra posizione: bisognerebbe vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo? Tutti i personaggi si chiedono: Cosa vuol dire essere dei sopravvissuti? Vuol dire essere sfortunati o prescelti? Qual’è il messaggio? E naturalmente avviano una ricerca di senso sulla propria vita. Il fulmine diventa metafora di un risveglio collettivo, un innesco che spinge i protagonisti a riconsiderare il proprio ruolo sociale e le proprie relazioni. Questo come la leggenda della montagna e il meteorite, sono manifestazioni del potere della natura, a volte spaventoso, a volte fonte di ispirazione e riportano tematicamente all’urgenza di un confronto collettivo sui temi ambientali, il motore della storia. Nel nostro intento questa indagine non è scontata, le ragioni differenti di ciascun personaggio sono legittime e mai banalizzate. Quello che accade è però un cambio di punto di vista, che dall’individuale diventa appunto collettivo Sullo sfondo, la Valdossola, con le sue cave e le sue leggende montane, rappresenta un territorio simbolico dove natura, memoria e conflitti sociali si intrecciano. Il paesaggio non è solo sfondo, ma protagonista: una montagna viva, depositaria di segreti e portatrice di una memoria che va oltre l'esperienza umana immediata.

Regia
Delia Simonetti
Soggetto
Delia Simonetti, Zelia Zbogar
Sceneggiatura
Delia Simonetti, Zelia Zbogar
Altri credits

Costanza Coldagelli (Responsabile sviluppo)

Produttore
Costanza Coldagelli
Produzione
Matrioska
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Film Tv Development Fund - dicembre 2024
Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio 2025