Il documentario racconta la storia di quello che avvenne nelle Valli del Monte Tobbio, nell'Appennino ligure-piemontese, in seguito al rastrellamento della Benedicta, avvenuto la mattina del 7 aprile del 1944. In particolare, la storia di due gruppi di partigiani che vissero due destini diversi. La storia di due viaggi. Di due percorsi. Il primo, quello di 17 partigiani che, scampati alla fucilazione, vennero condotti nel carceredi Marassi, a Genova, da dove poi, in seguito ad un attentato dei GAP, condotti sul Passo del Turchino e lì fucilati, la mattina del 19 maggio del 1944. Il secondo, quello dei partigiani catturati nel corso del rastrellamento e condotti a Novi Ligure e da lì deportati nel Lager di Mathausen, da dove solo poche decine fecero poi ritorno, a guerra ormai finita.
Innanzitutto, Il bivio deve essere inteso come il proseguimento del documentario Il rastrellamento, che aveva raccontato la strage di partigiani nei giorni del 6/7 aprile del 1944, avvenuta nella zona di Capanne di Marcarolo (AL): uno dei fatti più tragici e conosciuti della Resistenza italiana.
Questo nuovo documentario, quindi, si inserisce nelle iniziative promosse dall'Associazione Memoria dellaBenedicta, per la quale avevo scritto e diretto Il rastrellamento. E proprio in relazione al notevole successo ed interesse suscitato da quel lavoro, sia in Piemonte sia in Liguria, l'Associazione Memoriadella Benedicta mi ha incaricato di proseguire nella strada intrapresa, con un nuovo documentario che raccontasse la storia e il destino di quei partigiani che, in conseguenza del rastrellamento del 7 aprile 1944, vennero alcuni fucilati sul Passo del Turchino, altri deportati nei Lager di Mauthausen e di Gusen.
Il progetto consiste nel seguire queste due storie, questi due percorsi che partono dalla Benedicta e che si concludono, ognuno nella sua peculiarità e con esiti diversissimi e drammatici, alla Benedicta. sia dei martiri sia dei sopravvissuti. Un'ultima osservazione relativa al mio ruolo e a quello dell'Associazione svolti nell'elaborazione e nella promozione di questo progetto. Un ruolo che non è stato solo limitato alla fase dell'ideazione, ma a partire dal gennaio del 2007 anche a quella produttiva di promozione del progetto presso gli Assessorati alla cultura di Genova e di Alessandria, che hanno poi deciso di sostenere finanziariamente il documentario.