Due compositori isolati a 3.100 metri sulle Alpi realizzano una sinfonia captando le tracce dell’uomo seminate nell’aria per dimostrare che l’impatto zero non esiste, mentre un gruppo di menti visionarie immagina il cambiamento delle abitudini in una nuova era inevitabile.
Sono nato a Cuneo. Una terra di confine in mezzo alle Alpi, apparentemente un luogo "selvaggio" e "naturale". Ho pensato di mettere in dubbio proprio quella percezione delle montagne come un luogo altro, salvo dall’uomo. Le città sono elementi naturali. Le strade sono tracce del nostro passare. L’aria e l'atmosfera sono spazi fisici occupati da noi, ovunque. Ho pensato di dimostrare in modo empirico come l’invasione umana nel mondo in ogni sua particella sia un dato di fatto irreversibile e totalizzante e come la coscienza di questo nuovo punto di vista debba rappresentare l’inizio per qualsiasi riflessione progettuale sulle nostre vite. Tornerò su quelle montagne per ascoltare quelle tracce pesanti ma invisibili nell'aria, per cambiare punto di vista sulla percezione di quei luoghi di confine, abbandonando il sogno banale e romantico di "natura incontaminata", immergendomi in un meraviglioso miraggio di "natura antropizzata" dove l’essere umano con la sua genialità è capace di fondersi con il proprio habitat. Esplorando le opportunità di cooperazione e di interconnessione attraverso i dispositivi da lui creati, l'uomo deve essere in grado di mettere ordine anche durante il conto alla rovescia del climate clock, proiettandosi in un futuro che è inevitabilmente già qui ed ora: il "Thermocene".