Film in costume Inuit e Europeo anni ‘20-’30.

Groenlandia Orientale. Inizi del Novecento, agli albori della colonizzazione europea. Un giovane cacciatore inuit saluta sua moglie e il figlioletto appena nato ed esce in mare col suo kayak. Poco dopo, tra i fiordi, durante la battuta di caccia, viene assassinato. Ancora in fasce, il piccolo Quipingi incontra così il suo destino di bimbo senza padre, esposto alla crudeltà di una natura estrema e alla violenza di un’umanità arcaica in lotta per la sopravvivenza. Tutta la sua vita sarà segnata dal bisogno di riparare la sua infanzia mutilata e di affidarsi al sostegno di un padre: prima, bambino, al fianco della madre presa in moglie dal crudele Kilimé e relegata ai margini della grande casa di terra come l’ultima delle sue molte mogli; poi, adolescente, nell’iniziazione allo sciamanesimo artico e nell’incontro con i tarta, i gelidi spiriti del ghiaccio che, in cambio del calore degli umani più sensibili, concedono forza e protezione; quindi, ragazzo, nel tragico fallimento dei suoi tentativi di vendetta che gli costa l’abbandono da parte dei suoi tarta; infine, adulto, orfano ormai anche dei suoi spiriti protettori, nella vana speranza che il Dio a cui gli europei erigono chiese sulla sua terra, possa rappresentare per lui un nuovo grande tarta.

«"Quando i bambini giocano in cielo" lo definisco un dramma etnico, nel senso che c’è questa ambientazione antropologica di circa cento anni fa, alternata ad una storia italiana moderna. Si racconta il dramma di un ragazzo che ha un’infanzia tormentata e disastrosa, e che cerca di vendicare qualche sua avventura attraverso il contatto col mondo sciamanico. Questa vendetta non avverrà mai perché il destino dice no, e dicono no anche le nuove tendenze religiose, attraverso l’imposizione delle quali i missionari che hanno egemonizzato la Groenlandia scoraggiano l’uso della vendetta che chiaramente non è cristiana. Quindi, a mano a mano, la vendetta diventerà sempre più irrealizzabile, questo ragazzo diventerà cristiano e da vecchio incontrerà un bambino italiano, il quale è il bambino della storia italiana e moderna del film. Questo è il film raccontato in due parole»
(L. Hendel)

Regia
Lorenzo Hendel
Soggetto
Lorenzo Hendel
Sceneggiatura
Lorenzo Hendel, Silvia Innocenzi
Fotografia
Frederic Fasano
Montaggio
Anna Napoli
Scenografia
Costumi
Cristina Audisio (Costumista). Giovanna Mazzi (assistente ai costumi).
Musica originale
Hilmar Orn Hilmarsson
Effetti speciali
Altri credits
Alberto Paradiso (attrezzista).
Interpreti
Bruno Stori, Giulian Ferro, Angijuk J. Bianco, Pele Kristiansen, Gedion Josvassen
Direttore di produzione
Lidia De Robertis
Produttore
Silvia Innocenzi, Giovanni Saulini, Jòn Thòr Hannesson, Gillian Berrie, Lene Borglum, Aalbaek Jensen
Produzione
Orione Cinematografica (Roma), Zentropa Entertainmen (Damimarca), SagaFilm (Islanda), Sigma III Film (UK)
con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e con il contributo del MiBAC
Distribuzione
Istituto Luce
Vendite internazionali
Trust Film Sales
Premi e festival
- Ischia Film Festival 2006: Premio Migliore Lungometraggio - Maremetraggio 2006: Premio "Ippocampo" Migliore Lungometraggio, Premio della Critica - Sulmona Cinema Film Festival 2005: Premio Menzione Speciale - Festival del Cinema Italiano di Stoccolma 2005: Panorama - Premio Tamburino d'Argento 2005: In Concorso
Ultimo aggiornamento: 11 Maggio 2016