Sedici anni fa Valter ha scelto di abbandonare la società e ritirarsi a vivere isolato nei boschi del Canavese alla ricerca di quello che per lui è lo scopo della vita, la serenità. Abita in una casetta diroccata senza gas né elettricità, e si nutre quasi esclusivamente del pane e del latte che ottiene barattando la legna raccolta nei boschi. La sua vita è scandita dai ritmi dei cani e dei gatti che cura con estremo affetto, dalle sue passeggiate in montagna e dalla lettura dei suoi libri sui pittori rinascimentali, dei quali è appassionato. Una piccola radio a pile lo mantiene in contatto con il mondo esterno e lo aiuta a farsi compagnia nelle lunghe nottate insonni al lume di candela. A 63 anni le privazioni iniziano però a far sentire il loro peso, e Valter inizia a domandarsi se questa sia davvero la sua via per la serenità. L'autore del documentario diventa un compagno contro la solitudine, la videocamera una finestra da cui vedere ed essere, finalmente, visto.
A volte un incontro può cambiare il modo di vedere le cose. Sono due le storie che si intrecciano in questo documentario e che forse poi non saranno più le stesse. Matteo, un giovane fotografo, che si lascia trasportare dagli eventi e da un incontro fortuito nei boschi del Canavese. Valter, un non più giovane che è riduttivo chiamare eremita. È un uomo che ha fatto una scelta, radicale, ormai stanco di una società nel quale non si riconosce. Un racconto toccante che attraversa quattro anni di vita nei boschi, mostrando il passare delle stagioni, i momenti di difficoltà e i sogni, mescolando il passato con il futuro, in un vortice ipnotico e accattivante.