Angelo, ormai settantenne, lavora in Senegal come commerciante di diamanti. Quando viene scoperto un importante diamante nelle vicinanze, si mette alla sua ricerca. In quel momento, una donna gli porta una bambina di nome Yeme, sostenendo che è sua figlia. Sua madre è morta poco dopo la sua nascita. Sempre alla ricerca del diamante, sullo sfondo delle complesse dinamiche tra Africa e Europa, i due affrontano molti ostacoli nel loro viaggio per diventare una famiglia. Per Angelo, diventare padre di una ragazza proveniente da una cultura così lontana, e per Yeme, diventare figlia di un uomo inquieto, convinto di essere alla fine della sua vita.
Incomparable aspira a indagare un particolare aspetto della condizione umana che, inevitabilmente contrassegnata da fallimento e sofferenza, sembra essere contemporaneamente attraversata da una insopprimibile tensione verso il bene. Il soggetto qui rappresentato è occasione per delimitare tale riflessione a quell’ambito ristretto che è la famiglia, intesa come uno dei luoghi primari nella formazione di una propria immagine di sé e del mondo. Il film si costruisce sull’osservazione di una famiglia al limite. Nella convinzione che questo essere-al-limite possa far risaltare per contrasto quell’elemento essenziale forse riscontrabile alla base di ogni rapporto filiale, un sentimento d’amore, indipendentemente dalla forma che di volta in volta può assumere. Sullo sfondo di questa narrazione emerge la dimensione, sia europea che africana, della società e delle sue regole in rapporto al profondo mutamento che coinvolge l’epoca contemporanea, senza limiti di confine.