Marco Camenisch è stato tra i primi promotori della difesa dell'ambiente ad abbracciare la protesta armata. Con il nome di battaglia Martino, ha combattuto contro lo Stato per difendere le sue montagne e affermare la propria libertà. Lena è la figlia che ha abbandonato per combattere quando aveva quattro anni. Ricorda a malapena Marco eppure la sua vita è segnata dalla sua presenza.
Il film racconta i due momenti in cui le loro vite si sono intrecciate. Nel 1989, dopo anni di latitanza, Marco torna nella sua città natale per visitare la tomba del padre e viene accusato dell'omicidio di una guardia di frontiera. Nel 2002, viene estradato in Svizzera per scontare la sua pena in carcere. In un dialogo impossibile tra i due protagonisti, il film esplora le ripercussioni di una scelta di vita estrema e ostinata.
Ho scoperto Marco Camenisch, le terre in cui è cresciuto e la sua comunità durante le riprese del mio ultimo film a Poschiavo, un piccolo paese sulle montagne svizzere. Subito mi ha colpito come gli abitanti avessero ancora vivo negli occhi il suo tragico ritorno in paese nell’autunno del 1989. Attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto, Marco Camenisch è ancora un’ombra ingombrante nel presente di chi è rimasto. Da qui è nato lo spunto per immaginare Martino come il mio primo film di finzione, come la sintesi naturale di questo lungo percorso di ricerca formale e studio del territorio di montagna. La scelta della finzione permette di indagare la vita del protagonista e gli affetti che lo circondano in modo più approfondito. Marco non è stato solo il suo nome di battaglia Martino, un uomo di montagna che ha operato negli anni ’70 e ’80 quando le rivolte e le manifestazioni antinucleari cominciarono a divampare con impeto e violenza. Non è stato solo un eco-terrorista che ha scontato 27 anni di carcere per aver combattuto contro un sistema sfruttatore e nocivo facendo dell’ambiente e della natura i capisaldi della propria battaglia. Marco è stato anche un padre, un figlio, un fratello e prima ancora un ragazzo di montagna spinto da sogni e nobili ideali.Martino trova compimento nella finzione perché nonostante si basi su persone e vicende reali, il suo obiettivo non è ricostruire didascalicamente una storia, quanto restituire un suo ritratto inedito raccontando come la sua lotta utopica sia cambiata, come le sue scelte estreme si sono ripercosse sulle persone a lui più care, prima di tutto la figlia Lena, senza indulgere nella celebrazione ma scandagliando le corde dell’animo. Il film si propone quindi di esplorare gli effetti provocati dalla sua lotta cercando tuttavia di comprendere le sfumature della sua vita e le motivazioni che lo hanno spinto a combattere.