Giorgio Bazzega ha due anni quando, il 15 dicembre 1976, il padre viene ucciso da Walter Alasia, 20 anni, esponente delle Brigate Rosse, a sua volta ammazzato nel conflitto a fuoco che ne segue. Quando adolescente elabora quanto avvenuto inizia un percorso autodistruttivo segnato dalla tossicodipendenza, che lo porta a diventare capo ultrà di una frangia violenta di estrema destra. Al culmine della sua parabola fatta di rabbia e sofferenza viene in contatto con il Gruppo dell'Incontro, ispirato ai principi della Giustizia Riparativa e nato con l’intento di far dialogare vittime e responsabili della lotta armata. Inizia qui per lui un percorso fatto di rivelazioni in cui l’umanità e il riconoscimento reciproco aprono la strada ad un processo di guarigione dei traumi personali e collettivi degli anni segnati dalla lotta armata.
L'idea di sviluppare un progetto di documentario sulla Giustizia Riparativa nasce, come spesso accade nel nostro lavoro, da un incontro felice e inaspettato: la giornata di Giustizia Riparativa organizzata a Ivrea nel novembre 2022 con protagoniste Agnese Moro e Adriana Faranda, coadiuvate da padre Bertagna. Una sala colma all'inverosimile, con parte del pubblico fatto accomodare sul palco dietro agli oratori perché la platea era piena. Due ora intense, dove la potenza della testimonianza e la forza della parola creano un'intesa magica con il pubblico, che ascolta in un silenzio assoluto, commosso, stupefatto. Mia moglie all'inizio dell'incontro mi dice: “certo che la figlia di Moro non so come faccia a stare di fianco alla Faranda, tu ce la faresti?”. Non le ho risposto, chiedendomi anche io cosa avrei fatto. Alla fine dell'incontro mi prende la mano e mi sussurra: “ho cambiato idea, ora ho capito, bello che siamo venuti, oggi mi sento un po' più grande”.