L’edicola, nell’immaginario di tutti, è il chiosco che vende giornali. Hegel nell’800 diceva che “La preghiera del mattino dell'uomo moderno è la lettura del giornale, ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico. Non per niente il termine deriva dal latino aedicula, diminutivo di aedes che significa tempio”. Ma cosa rimane oggi delle circa 40mila edicole che a inizio anni 2000 si contavano in Italia? A quanto pare non se la passano troppo bene: complici i cambiamenti vertiginosi dei mezzi di informazione e delle abitudin i delle persone, l’aumento dei costi della carta e dei trasporti, solo nel 2019 hanno tirato giù le serrande 4 edicole al giorno, e le altre si sono dovute trasformare o reinventare. Ma in che modo? E cosa ne sarà del loro futuro? Lo scopriamo attraverso a lcuni di questi luoghi che sono stati così importanti per la comunità e per il diritto all’informazione e che ora devono trovare nuove formule per continuare ad esserlo.
Edicola 2.0 è in qualche modo un atto politico. Le edicole, che da sempre hanno ricoperto un ruolo essenziale nel diritto all’informazione, sono a rischio di estinzione. E la politica, la società e a volte gli stessi edicolanti sembrano essersi rassegnati ad una morte len ta e inesorabile. Ma è davvero così? Queste realtà che per tanti anni sono state punti di riferimento per la comunità, ubiquitarii sulla nostra penisola dall’angolo più remoto degli Appennini all’incrocio più trafficato della Capitale, sono destinati a spa rire per sempre? O a sopravvivere diventando luoghi di consegna pacchi e dispensatori di gratta e vinci? Dal nostro punto di vista assolutamente no. Riteniamo fondamentale che anche la società sappia cosa sta succedendo e soprattutto che il loro non è un d estino segnato, anzi. Questi spazi, che si trasformino in qualcosa di differente o che si reinventino mantenendo la funzione originale, hanno una grande potenzialità e possono dare tanto. Un film su questi temi può fare la differenza. infatti, solo conoscendo queste realtà, spesso poco raccontate e sommerse, la società potrà dare il suo contributo e creare un meccanismo virtuoso bidirezionale che permetta di generare energia, pulsioni creative e vitali, e non ultimo un ritorno economico positivo per tutti. Grazie a questo film dal forte impatto sociale ed emotivo, vogliamo smuovere la sabbia dell’informazione, denunciare sistemi malavitosi e portare un cambiamento, importante e necessario. In alcune zone italiane i giornali non arrivano più, questo per noi è inaccettabile, e vorremmo che non lo sia soltanto per noi o per le persone strettamente coinvolte. I dati sono tragici e le centinaia di edicole chiuse sono un dramma e devono diventare una priorità. Siamo consci che l’editoria, l’informazione e in gen erale la nostra società siano in rapida e continua evoluzione ma questo non è un film che si lascia trascinare dalla malinconia e dalla nostalgia di ciò che è stato. Vogliamo partire dal passato e dal presente per proiettarci al futuro. Crediamo che le edicole siano spazi storici e depositari di memoria importanti da mantenere in vita e siamo sicuri che possano essere un punto di incontro tra le generazioni, creando qualcosa di nuovo e di estremamente innovativo e prezioso. Il momento è critico e difficile ma forse può essere sfruttato come occasione di cambiamento e rinnovamento con una visione ottimista, comunitaria e propositiva. Raccontare progetti, esperienze, persone che cambiano strada e si reinventano può modificare la percezione degli spettatori e ispirare il cambiamento. Così come può farlo la visione e l’ascolto di persone che resistono, con la ferma convinzione che il loro servizio sia importante per la comunità. Per questi motivi riteniamo che Edicola 2.0 sia un film necessario e fondamentale.
EdicolArte (Torino); Edicola Resiliente (Bologna); Edicola (Bergamo); Edicola Radetzky (Milano); Edicola 518 (Perugia); Stamperia (Sassari); Breaking Italy (Cagliari); Edicola (Bari).