Non tutta la Storia è scritta nei libri.
Fabrizio questo lo sa bene: imparare a memoria date ed eventi non ha nulla a che vedere con la vita delle persone. Lui preferisce leggere i suoi romanzi, e immergersi tra i vecchi cimeli della casa dei nonni. È lì che, un giorno, un carillon attira la sua attenzione. La musica parte improvvisamente da sola e, al suo interno, Fabrizio trova una vecchia foto: una bambina con trecce bionde e un grande fiocco in testa sembra sorridergli dal passato. Sul retro è annotata solo una data, il 1942. Il ragazzo, incuriosito, decide di indagare per saperne di più.
Fabrizio ancora non lo sa, ma questa ricerca lo porterà a conoscere uno dei lati più tragici e disumani della persecuzione nazista in Italia.
Dalla madre Marta scopre che la bambina è una loro parente e l’urgenza di arrivare alla verità diventa ancora più forte a fronte di quel legame.
Con l’aiuto di Roberta, sua amica inseparabile, si imbarca in un viaggio onirico fatto di indizi e visioni – raccontati in animazione – che lo aiuteranno a ricostruire, tassello dopo tassello, la vicenda della bambina misteriosa. Ma è una corsa contro il tempo: con il passare dei giorni la foto infatti sta iniziando a sbiadire.
Un percorso a ritroso porta Fabrizio e Roberta da Forno Canavese a Rivarolo, sulla scia dei messaggi che la bambina lascia nei loro sogni. Il suo è un ultimo tentativo di comunicare col presente, prima che il suo ricordo svanisca.
Fabrizio scopre che il suo nome è Elena Colombo, una bambina ebrea di dieci anni che fu separata dai genitori e condotta ad Auschwitz da sola. È l’unico caso documentato in tutta la Shoah italiana.
L’incontro con Laura Doglione, l’ultima testimone che ne conosce la storia, getta luce una volta per tutte su quanto avvenuto a lei e alla sua famiglia tra il ’42 e il ’44 quando, in due momenti diversi, furono arrestati e deportati. L’intera storia è rivissuta attraverso una sequenza animata che ne ripercorre i punti salienti.
Al termine della ricostruzione la foto, completamente svanita, torna integra.
Infine Fabrizio raccoglie quanto scoperto in una ricerca scolastica e la espone con Roberta alla classe. Entrambi hanno capito che la responsabilità della Memoria è affidata a ciascuno di noi ed è nostro dovere ricordare. Sempre.