Sul finire degli anni ’60, mentre la rivoluzione anti-sistema avvicina campus americani, università parigine e comuni tedesche, in Italia la protesta giovanile è divisa in gruppi molto diversi e spesso in conflitto tra loro. Il più interessante, per capacità di aggregazione, aggressività politica e personalità dei dirigenti, nasce a Torino dall’incontro tra gli operai di Mirafiori e alcuni esponenti del movimento studentesco. Non ha ancora un nome. Lo prenderà dall’intestazione dei volantini distribuiti ai cancelli della fabbrica:“La lotta continua”.
Studenti e operai, mondi diversi che si mescolano, convivono, si sposano, urlano e combattono, ma soprattutto danno vita alla più controversa tra le esperienze della sinistra extraparlamentare italiana. Ragazzi che volevano fare la rivoluzione. Alcuni di loro l’hanno fatta. Altri hanno mollato. Certi sono morti, per colpa dei fascisti, della polizia o di altri compagni. Certi altri la morte l’hanno data, dopo il passaggio alla lotta armata. Questa è la loro storia.