In questo film si intrecciano tre storie: quella di mio nonno, la mia e quella del mio primogenito. Mio nonno, l'ultimo segretario del partito fascista italiano, p stato un forte e duro patriarca, dopo che è fuggito dall'Italia nel 1949. In famiglia il suo passato era tralasciato. La sua forza si dirigeva al voler costruire un presente capace di riscattare il suo passato, con una fabbrica, dei latifondi dove far crescere le mucche a latte e impegnare il tempo dei suoi figli. La mia vita da regista, in cui decido per la prima volta di confrontarmi con le mie radici e con le mie ferite più profonde. Per questo progetto decido di mettermi alla ricerca delle cose non dette nella mia famiglia, di scoprire i filmati scordati di mio padre, di guardare da vicino le foto di mio nonno con Mussolini, di leggere per la prima volta il suo libro sui suoi ultimi anni in Italia. E la vita di mio figlio Juan, che viene a questo mondo come una forza catartica. Attraverso di lui e le sue resistenze alla mia telecamera, viene fuori l'antipode di tutto quello che rappresentava la famiglia di mio nonno.
Mi ci è voluto molto tempo per chiedermi perché in una scatola sgretolata scopro sette negativi di vetro, che mostrano mio nonno abbracciato al dittatore Benito Mussolini. È l'inizio di una ricerca che mi porta lontano: mio nonno era segretario del partito fascista italiano. Un contrordine tempestivo l'ha salvato dall'impiccagione vicino al Duce in Piazza a Milano. È lì che viaggio, per cercare di capire questa storia e le radici della nostra cultura familiare. Qualcosa di sinistro prevalse sul lignaggio maschile del nonno. Mio padre e suo fratello non hanno mai saputo contraddirlo. Vivevano impotenti sotto il peso della sua autorità. Il primo nipote di mio nonno è nato con l'idrocefalia. Morì all'età di 5 anni. Il secondo nipote, Diego, mio fratello, morì di cancro quando aveva 33 anni e non aveva figli. Questo film non vuole essere solamente un addio agli uomini della famiglia Bonino, ma anche a una forma di famiglia che non c'è più, a un maschilismo onnipotente che parlava di un mondo passato, che non voleva accettare un presente differente.