La protagonista di questo film è una montagna, il Clapier delle Alpi marittime piemontesi. A ritmo delle ere geologiche assistiamo in un moto vertiginoso e musicale alla nascita della montagna. Mentre il tempo rallenta, l’onda di metallo e pietra rimane sospesa in aria fino all’illusione dell’immobilità, fino al cono metafisico della montagna. Volando in un moto circolare come aquile la montagna rivela la sua architettura complessa e la vita degli ultimi lembi del mondo contadino e di pastori che l’hanno abitata, e per millenni hanno macinato ciclicamente il tempo, di stagione in stagione, con il proprio lavoro. Come questo mondo contadino anche il ghiacciaio Clapier, il più meridionale delle Alpi, scompare. Verso Entracque, le piste da sci e gli impianti si sono arrampicati sul dorso della montagna. I cannoni da neve sparano la loro polvere fredda. Gli sciatori sono proiettili fosforescenti nel bianco della neve. Gli Ski-lift li portano in braccio alla cima come grandi mamme meccaniche. Adrenalina e sole. I sensori dei cronometri scattano. I secondi, i decimi, i centesimi e i millesimi, prima che la montagna inghiotta tutto riprendendo il suo lentissimo inesorabile movimento.
L’idea di questo film nasce nel 2014, quando ho vissuto per due anni sulle montagne di cui parlo, facendo il pastore. Ho cominciato a osservare e disegnare la montagna e gli animali, sperimentando per la prima volta una dimensione in cui il tempo sembra “non andare da nessuna parte”. I nativi della montagna che ho conosciuto, allevatori, pastori e contadini erano persone nate in questo orizzonte ciclico del tempo, con una familiarità quotidiana alla successione di nascita, vita e morte. Sono abitanti di un paesaggio radicale e spietato. Questo film è fatto con uno spirito di solidarietà verso la loro concezione della vita e il modo in cui mi hanno accolto e parla della montagna e del suo mistero, di quello che ci potrebbe sussurrare se ci fosse abbastanza silenzio. Voglio trattare inoltre di alcuni temi centrali della contemporaneità: il ghiacciaio Clapier, il più a sud delle Alpi, sta infatti già scomparendo completamente, mentre l’abbandono dei borghi e delle terre alte rischia di desertificare culturalmente le montagne. Il film racchiude inoltre due anni di vita durissima e di impressioni, ricordi e sensazioni raccolte camminando su un sentiero meno battuto.