Double fa il portiere di notte in un hotel, ed è attore di teatro. La compagnia di cui fa parte sta provando una commedia. Double possiede anche un potere speciale: riesce ad essere invisibile. Grazie a questa capacità utilizza tutto il suo tempo libero per seguire gli altri nel loro privato, venendo a contatto con i lati meno visibili delle loro vite e delle loro personalità. Segue i suoi compagni e spia i clienti dell’albergo dove lavora. Eccetto il teatro e il lavoro all’hotel, Double non ha una vita sociale, né ha amici.
Una sera va ad assistere da invisibile alle prove di teatro. I suoi compagni iniziano a provare la scena, ma quanto succede lo lascia sconcertato: recitata dall’inizio alla fine, senza le sue parti, la scena funziona benissimo ugualmente. Double ne esce smarrito e disorientato. È forse la risposta che stava cercando, e così finisce per rimanere invisibile e sottrarsi completamente alla sua propria vita.
Note di regia
Raccontare il superpotere dell'invisibilità nasce da una riflessione sul rapporto tra visibilità e non-visibilità, categorie fondamentali del nostro tempo. Il personaggio dell'attore, ruolo che per definizione si rende visibile sul palcoscenico, vive una contraddizione nel momento in cui, invisibile, scompare alla vista del mondo facendosene puro osservatore. Da qui la mia riflessione si sposta sul senso della maschera in un'epoca e una società in cui l'immagine mediata e la costruzione della personalità ci segnano nel profondo.