Maria e Giorgio vivono in un quartiere dormitorio della periferia torinese. Lei è una giovane donna di origini messicane e cattolica praticante, baby-sitter per una coppia di industriali, Andreas e Laura Brandt, nella cui fabbrica lavora come guardiano Giorgio, quarantenne inasprito da anni e anni di precarietà economica. Nonostante l’incompatibilità dei loro orari di lavoro, Maria e Giorgio sono una coppia unita, la spalla l’una dell’altro; apparentemente, la solidità del loro matrimonio non può esser minata nemmeno dall’impossibilità di diventare genitori a causa della sterilità di lui.

Eppure, Maria accusa da qualche tempo i sintomi tipici di una gravidanza, che, inaspettatamente, una visita medica le conferma. Incredula ma felice, Maria è assalita dal timore che la notizia instilli in Giorgio il sospetto della sua infedeltà. Decide allora di tenergli nascosta la diagnosi nel tentativo di preservare la loro relazione, ma i silenzi e le reticenze incrinano inevitabilmente il rapporto di coppia, finendo al contrario per allontanarli giorno dopo giorno l’uno dall’altra.

I licenziamenti che nel frattempo si susseguono in fabbrica tengono Giorgio in uno stato di apprensione crescente. Il fallimento dell’azienda è dietro l’angolo, nonostante gli ambigui tentativi di dissimularlo da parte dei Brandt: che in casa si scontrano sempre più frequentemente sotto agli occhi di Maria. Tensioni e diffidenze reciproche, unite al timore condiviso di perdere il posto di lavoro, spingono entrambi a cercare un sostegno altrove: Maria nel conforto di padre Salvatore, giovane sacerdote affascinato dal suo candore e dalla “miracolosa” gravidanza; e Giorgio, dopo un’iniziale ostilità, nell’affetto di Arlette, sex worker transessuale che bazzica nei dintorni della fabbrica.

Quando Maria chiede a Giorgio di sottoporsi nuovamente a un test della fertilità, nel marito si risveglia la paura mai sopita che la moglie possa tradirlo pur di esaudire il suo desiderio di maternità. E insieme alla paura, si risveglia anche un vizio di vecchia data che sembrava aver definitivamente superato grazie all’aiuto di Maria: l’alcol. Incapaci di riallacciare un dialogo, prigionieri ciascuno del proprio tormento interiore, cercano conforto nell’intimità dai contorni via via più sfumati che li lega ai loro nuovi confidenti…

Al cuore di Peripheric Love c’è la storia di un amore che una gravidanza inaspettata mette in crisi ma che poi, ‘miracolosamente’, ricompone. È l’amore tra Giorgio e Maria, persone semplici e genuine, ed entra in crisi perché uno e l’altra si sentono sopraffatti dai desideri, dai bisogni e dalle paure dell'altro, in un contesto marcato da un ordine sociale che genera confusione, paura, marginalità, difficoltà di sentirsi a pieno titolo parte della comunità. Una realtà che tende a generare una chiusura in sé stessi e la sostanziale incapacità a sostenere con vitalità e calore le proprie relazioni. Questa condizione influenza soprattutto il personaggio di Giorgio, incapace - per cultura e formazione, ma anche per paura - di accettare qualcosa che quando non si spiega diventa inaccettabile. Maria lo sa, e si costringe a nascondere all’uomo che ama la cosa più grande e più bella che le sta succedendo: lei è incinta nonostante Giorgio sia caparbiamente convinto di essere sterile.In questa situazione ciascuno dei due protagonisti è spinto a cercare altrove la tenerezza e l'ascolto che non trova più nel coniuge, e si dischiude quindi a relazioni con nuovi confidenti. Nell’ambiguità che si apre in questo gioco di relazioni, la futura nascita è l’ancoraggio che si offre loro, è la possibilità di cambiamento e rinnovamento, un ‘miracolo’ potenzialmente insito in ogni nascita e il segno della possibilità di dare un futuro alle cose. Il film aspira a portare il mistero della nascita nella sua misura umana e terrena, quella che finisce per attribuire alla natività un valore simbolico ‘rivoluzionario’.

Peripheric Love è inscritto in un contesto sociale che Torino forse rappresenta meglio di altre città italiane, quello della classe operaia, dell'immigrazione, delle differenze di classe, e ci parla di paure e di desideri inespressi in un mondo in cui chi sta nel basso della scala sociale è forzatamente precario, instabile, cittadino a metà. Ma il film ci parla anche di amore, di fede in quello in cui si crede, di saggezza sorgiva e naturale nelle difficoltà (Maria), che si contrappone alla tendenza a sentirsi sconfitti, a lasciarsi andare (Giorgio). Si capisce che di fronte alle pressioni quotidiane, l'attenzione verso l’altro e la tenerezza acquistano una dimensione essenziale, per quanto difficile e faticosa.

Il film si indirizza quindi verso una narrazione che oscilla tra tensione drammatica e forza poetica, con uno sviluppo narrativo e un lavoro sui dialoghi che offre ai protagonisti una gamma di sfumature e una profondità piscologica che li rende credibili e li porta vicino a noi, anche quando si distaccano da una dimensione realistica e assurgono a figure simbolo, quasi eroi-campioni che portano ad un livello fortemente emblematico tensioni e paure ampiamente diffuse ma difficili a ‘dirsi’, nella nostra esperienza di vita e di relazione.

Questa componente poetica prende forza anche attraverso i personaggi secondari, che definiscono un contesto che è al tempo stesso realistico, psicologico e culturale, dove la differenza di classe è la condizione di normalità che appartiene ad ogni sistema sociale che gli uomini finiscono per determinare. Questa condizione sbilanciata ed eticamente discutibile non impedisce tuttavia di disseminare tracce di sofferenza e di fatica di vivere ad ogni livello sociale, e ogni singola individualità, indipendentemente dal ceto e dalla condizione economica, si trova a verificare lo scarto che esiste tra la propria realtà e i propri desideri, come accade alla coppia Laura e Andreas Brandt. In questo contesto, comunque, si aprono sempre spazi imprevedibili di solidarietà e comprensione (Arlette e Salvatore, ma anche il piccolo figlio della famiglia Brandt) che alimentano in continuazione la speranza che ognuno incontri nel suo cammino chi lo aiuterà a riuscire ad essere se stesso.

Con queste premesse il film si sviluppa coerentemente verso un finale che risolve i conflitti e le tensioni. L’arrivo di un bimbo diventa l’elemento simbolico per dare senso alla possibilità di un cambiamento. Il cambiamento annunciato determina la crisi ma poi la ricompone, perché nel contempo c’è stato un percorso che ha spostato le priorità e ha permesso ai protagonisti di abbandonarsi ai loro sentimenti, trovando sé stessi.

Regia
Luc Walpoth
Soggetto
Luc Walpoth
Sceneggiatura
Luc Walpoth
Fotografia
Sara Purgatorio (DOP)
Montaggio
Jean Reusser (Montatore)
Scenografia
Michael Baumgartner (Scenografo)
Costumi
Linda Harper (Costumista); Laura Carli (II assistant costume department)
Musica originale
Fabio Friedli (Pablo Nouvelle)
Suono
Balthasar Jucker
Operatore
Truccatori e parrucchieri
Martine Felber (Trucco)
Aiuto regia
Giorgia De Coppi
Casting
Laura Leonardi (extras casting coordinator)
Altri credits

Isabelle Fauvel (Script Consultant).

Alessandra Richiardi (Location Manager); Ilaria Marchetti (Coordinatrice di produzione).

Il Vassoio Volante (Catering).

Massimiliano Nicotra (Capo macchinista)

Interpreti

Iazua Larios (Maria), Fabio Troiano (Giorgio), Alessio Lapice (Salvatore), Christina Rosamilia (Arlette), Ursina Lardi (Laura Brandt), Bruno Todeschini (Andreas Brandt), Ludovico Nava (Lars Brandt), Hedy Krissane (Pietro), Orlando Orfeo (Ettore), Mario Zucca (Parroco), Giorgio Palumbo (Sandro), Jordi Montenegro (Diego), ALberto Albertino (MArio), Rebecca Rangel (Francy), Didi Garbaccio Bogin (Javeira), Manuela Grippi ( Mirella).

Direttore di produzione
Ispettore di produzione
Edoardo Rossi
Organizzatore generale
Christos Dervenis
Produttore
Sereina Gabathuler, Davide Pagano, Gianfilippo Pedote, Andrea Randazzo
Co-produttore
Gianfilippo Pedote, Davide Pagano
Produzione
Dschoint Ventschr Filmproduktion (CH), Casa delle Visioni (IT) con SRF Swiss Radio and Television
Con il contributo del POR FESR Piemonte 2014‐2020 ‐ Azione III.3c.1.2 ‐ bando Piemonte Film TV Fund (2020) e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Swiss Federal Office of Culture, Zürcher Filmstiftung, Berner Filmförderung, FOcal e Suissimage.
Premi e festival

nelle sale cinematografine da giovedì 11 gennaio 2024

Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2024