In una valle da sempre linea di confine fra Italia e Francia, una comunità di montagna coopera e si organizza affinchéil viaggio dei migranti non diventi dramma. Perché, in ogni luogo e in ogni tempo, senza ospitalità, nessuna migrazione potrebbe mai avvenire. La vita della cittadina montana scorre come un torrente della Valle, adeguandosi agli ostacoli, agli imprevisti e ai conflitti, così, se il suo flusso viene ostacolato, la comunità costruisce un’altra via nel letto del fiume. La metafora naturalistica diventa materia filmica: i torrenti, la neve, la roccia, gli alberi e la fauna della montagna sottintendono la sopravvivenza in un ambiente circostante, e la forza di costruire un proprio habitat che resiste all’urto. Attraverso l’alternarsi delle stagioni, si raccontano la resistenza, la persistenza, il ripetersi nei secoli e nei millenni, di un viaggio umano che come direzione ha la fiducia nella possibilità di una vita migliore.
Il nostro intento è quello di esplorare una parte d’Italia che è da sempre terra di frontiera, dove da sempre si intrecciano storie emblematiche e traiettorie di speranza. Ci interessa raccontare il rapporto umano fra migranti e abitanti del luogo, che valica ogni linea di confine e riesce anche a creare spazi di gioia e serenità. Come per i due bambini afgani che giocano nel cortile del rifugio e si riappropriano d'un loro momento di infanzia. Perché insieme, anche nel dramma, può riaccendersi il desiderio di felicità. Parallelamente, vogliamo recuperare la nostra memoria di italiani, e attraverso gli archivi, andremo alla scoperta di ogni inedita testimonianza, per non dimenticare ciò che anche noi siamo stati. Oltre la valle è l’epopea di molti, ma anche l’incontro umano e solidale che resta indelebile, radicato in un tempo e in un luogo, nel viaggio inarrestabile di un’umanità in cammino.