Ogni anno migliaia di persone cercano di raggiungere l'Europa attraversando a piedi le montagne, i fiumi, i boschi della rotta balcanica. Quelli che partono con un po' di soldi si affidano ai trafficanti. Tutti gli altri affrontano il cosiddetto "Game", tentando ripetutamente l'attraversamento dei confini camminando nelle foreste, nascondendosi sotto i rimorchi dei camion o dei treni merce, per evitare di essere arrestati dalla polizia e sfuggire alla violenza e un respingimento che li riporterebbe al punto di partenza. Un gioco da ragazzi (Go, friend, go) racconta la rotta fra il porto di Patrasso in Grecia, le foreste che circondano la città di Šid in Serbia, le fabbriche abbandonate nel cantone bosniaco dell’Una Sana, e il punto di arrivo nelle piazze di Trieste: alcuni dei luoghi chiave sulla rotta terrestre per arrivare in Europa. Le storie delle singole persone incontrate lungo la rotta sono collegate dal materiale girato dai ragazzi in transito e da animazioni che ricostruiscono alcune emozioni condivise dalle persone in cerca di una nuova vita in Europa. Il film è un viaggio su una rotta migratoria poco conosciuta, con l'obiettivo di immergere lo spettatore nei luoghi percorsi e nelle emozioni vissute dalle persone in transito, facendo emergere il contrasto fra la violenza del sistema dei confini europei e la resilienza personale e collettiva di chi non può permettersi di perdere la speranza in una vita migliore.
Questo documentario fa parte di una ricerca approfondita sull'esperienza della migrazione forzata di rifugiati e migranti nel loro viaggio verso l'Europa. Abbiamo scelto di non raccontare questo fenomeno migratorio da una prospettiva socio-politica. L'obiettivo del film è di immergere lo spettatore nell'esperienza stessa del viaggio, cercando di restituire l'impatto che l’attraversamento irregolare dei confini verso l’Europa spesso ha sull'identità, sulla memoria e sul senso di appartenenza delle persone in transito verso una vita migliore. Nel film - girato lungo i confini tra Grecia, Serbia, Bosnia e Italia - vogliamo dare voce all'esperienza umana del cosiddetto "Game". Quel sadico gioco che le persone in transito sono costrette a fare per raggiungere l'Europa. Il movimento migratorio non appare direttamente, nella sua azione, ma lo viviamo nell’attesa, nelle testimonianze delle persone lungo la rotta, mentre riposano dopo giorni di cammino nei boschi, mentre si riparano dalla pioggia, sfiancati dalle ferite inflitte dai pestaggi della polizia, mentre si ritrovano in gruppo per condividere cibo e acqua, cercando compagnia e solidarietà.