Siamo alla vigilia di Ferragosto, a Torino. La città viene sconvolta da una serie di omicidi, che si svolgono nei luoghi in cui sono stati girati i film di Dario Argento. La polizia ha il sospetto che il colpevole sia uno studioso del maestro del brivido italiano. La caccia all’uomo è aperta.
Sono stati più di due mesi di riprese tra principali e seconda unità, abbiamo lavorato a lungo, di notte, con il caldo e sotto la pioggia, con l’umidità e con l’alba che ci rincorreva, ma posso dire di ritenermi fortunato ad aver avuto un cast tecnico ed artistico fenomenale in qualsiasi situazione. Completare Onirica non è stato compito facile. Non lo è stato perché ho sentito una grossa responsabilità addosso, una responsabilità verso un genere che amo, quello del Giallo all’italiana. È stato un viaggio bellissimo e spero che il pubblico possa amare il film così come lo amo io, così come lo amiamo tutti noi. Vorrei inoltre sottolineare che la pellicola è un omaggio ad un cinema di genere che ci ha resi famosi in tutto il mondo, non solo quindi al cinema di Dario Argento (indiscusso mito e Maestro), ma anche ad una situazione di fratellanza e ad un senso di famiglia che ora, purtroppo, si respira raramente su un set.