La povertà, quella visibile e quella che non ci si aspetterebbe neppure, è al centro del percorso che il reporter di guerra Domenico Quirico - per quattro decenni testimone oculare e narratore di conflitti in tutto il mondo - compie insieme a una piccola troupe. E' un viaggio che conduce in territori spesso dimenticati dalle statistiche, un mondo a parte dove si incontrano uomini e donne che cercano faticosamente di tirare avanti, e operatori sociali, insegnanti, religiosi che dedicano una parte consistente del proprio tempo per fare fronte a questa emergenza quotidiana, resa ancor più drammatica dall'emergenza sanitaria provocata dal Covid. Uomini e donne che, dimenticati dai grandi mezzi di comunicazione e orfani di una profezia sociale capace di concepire per loro, se non un riscatto, almeno un'idea di futuro, obbligano chi si avvicina alle loro vite a rivedere idee e consuetudini: impossibile affrontare la loro storia senza riflettere sulla difficoltà di chi prova a raccontarla.
Quando sono partita, insieme a Domenico Quirico e alla troupe di Il fronte interno, a settembre 2019, non mi aspettavo che il viaggio sarebbe stato reindirizzato, a metà del cammino, dalla pandemia. Né che i nuovi binari su cui il film continuava il suo percorso ci avrebbero portati tanto lontano. L'indagine di Il fronte interno era stata sollecitata da un'urgenza già forte prima che la questione della povertà nel nostro Paese divenisse bruciante e conquistasse i titoli dei giornali. Dopo l’esperienza di Ombre dal fondo, in cui Domenico Quirico aveva raccontato la sua storia e il rapporto con il proprio mestiere, abbiamo deciso di girare un film sul nostro presente e di farlo attraverso l’incontro tra il reporter di guerra, abituato a calarsi nel cuore di grandi crisi umanitarie, e il quotidiano dei suoi concittadini. Nel corso di un anno siamo arrivati, ripartiti e ritornati in quattro luoghi, quattro tappe che abbiamo cercato di raccontare attraverso lo sguardo di uomini, donne, ragazzi scivolati in territori privi di certezze, dalle loro speranze e dalle loro paure.
Un viaggio che per nessuno di noi può dirsi concluso. «A volte provo a immaginarmi che cosa farei io se, mettiamo, domani mattina restassi privo di qualsiasi reddito o di un posto dove andare a dormire. Una catastrofe che può capitare a ognuno di noi... ecco ho provato a immaginare come reagirei. E non ci sono riuscito! Perché fino a quando uno non c'è dentro, non può fare della povertà un'ipotesi».