Affiorare è un progetto sperimentale che intende offrire un’esperienza immersiva portando lo spettatore ad esplorare il mondo dei bambini che vivono in prigione. Affiorare è una fiaba ambientata in carcere: un corto tradizionale e uno in versione VR. È un viaggio alla scoperta del confine della libertà individuale di un gruppo di bambini dai 0 ai 10 anni, influenzata dallo spazio carcerario e limitata da tutte le regole di un’istituzione totale, ma che scoprono gioia e divertimento anche grazie al grande potere dell'immaginazione. Il film utilizza una combinazione di filmati girati in prigione e animazioni realizzate dall'illustratore a partire dalle idee e dai suggerimenti degli stessi bambini protagonisti. Il film sperimentale mostra la loro vita quotidiana, direttamente dal loro punto di vista. Ma mostra anche quali siano i loro sogni e paure dei bambini. Per raggiungere questo obiettivo, il progetto mescola diversi stili: una parte documentaria, basata su un canovaccio (un insieme di azioni concordate) scritto in stretta collaborazione con i personaggi reali, aperta all'improvvisazione; una parte animata innestata sulle immagini girate, per sovrapporre alla realtà l’immaginario dei bambini, sulla base dei loro suggerimenti.
Nel 2016, dopo anni di intensa lavorazione, abbiamo terminato un film documentario sulle mamme che vivevano in carcere con i loro figli, "Ninna Nanna Prigioniera" (Italia/Francia, 2016, 82', prodotto da Indyca, De Films en Aiguille in collaborazione con Azul), co-finanziato da vari enti tra cui MiBAC, CNC, ARTE e Film Commission Torino Piemonte.
Mi ero da subito immedesimata con queste mamme che cercano di crescere i loro figli in una situazione di prigionia. Ma ciò che più mi aveva colpito era la reazione dei bambini, che si adattano in qualsiasi posto, anche in carcere, e usano la loro immaginazione per inventarsi altri mondi, e nuovi modi per evadere, anche se solo con la fantasia. Appena terminato il film sui bambini in carcere, e dopo aver sollevato alcune questioni sulle condizioni di vita di questi bambini, è stata inaugurata a Torino una nuova struttura, chiamata ICAM, un acronimo per indicare l‘Istituto a Custodia Attenuato per Madri’. Rispetto al luogo dove avevo girato il mio precedente documentario, che era una sezione di un carcere ‘normale’ per adulti, questo posto mi è apparso di primo acchito un notevole miglioramento. Ma dopo averci trascorso un po’ di tempo, la nuova prigione ‘attenuata’ ha generato un forte turbamento, la necessità di capire meglio, e raccontare la storia di quest’infanzia incarcerata, chiusa in quelle mura fino ai 6, e in alcuni casi particolare, fino ai 10 anni d’età.