In un immaginario futuro ambientato in un mondo popolato da sole Donne, un gruppo di ragazze Bionde vive ai margini della società. In questo contesto, le Bionde sono vittime di razzismo declamato a causa del pregiudizio nei confronti del colore dei loro capelli, che le rende agli occhi della società intellettualmente ‘inferiori’ e non degne di poter vivere con i pari diritti delle More. Discriminazione, lotta tra classi, diritti umani e pennellate di biondo platino: La folle ricetta della nostra storia.
Il pretesto di narrare una comune giornata di alcune ragazze Bionde, vivendo con loro il disagio di sentirsi fuori luogo e fuori tempo, è solo la miccia che fa accendere l’attenzione su qualcosa di più profondo: Il pregiudizio, le differenze che separano ed il paradosso della società moderna che ci obbliga a lottare per quelli che dovrebbero essere diritti.
L’intero corto diventa metafora di un’idea più grande: quella che ci ha visto, ci vede e ci vedrà, ancora per chissà quanto tempo, appellarci a differenze e discrepanze, per provare a combattere un nemico invisibile che soggiorna, troppe volte indisturbato, all’interno di noi stessi.
Tutte le donne indosseranno delle parrucche sintetiche: (trattati all’interno della storia, sotto tutti i punti di vista, come se fossero i loro capelli naturali) scelta volta a risaltare e definire il più possibile anche a livello visivo, il colore Biondo Platino, dal colore Nero, per meglio sottolineare la discriminazione di razza.
La chiave comico-grottesca impostata alla narrazione ha lo scopo di oggettivare la tragica assurdità delle discriminazioni razziali, tema purtroppo ancora attuale e presente, affrontandolo con un apparente metafora comica: La lotta tra Bionde e More.