All’inizio del nuovo secolo un altro mondo, più equo, più sostenibile, per pochi istanti è sembrato possibile. Un ampio movimento globale manifestava nelle piazze di tutto il mondo portando all’attenzione dei governi e della gente proposte concrete riguardo alla cancellazione del debito, alla Tobin tax, alla lotta ai paradisi fiscali, alla difesa beni comuni. Quel movimento, quelle proposte, quel vento di cambiamento ha fatto paura alle élite, che hanno reagito prima criminalizzando, poi stroncando violentemente i suoi sostenitori. Ecco il G8 di Genova del 2001, ecco “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Non è su quella violenza che vogliamo concentrarci, per quanto essa sia sconvolgente: già in molti se ne sono occupati e per quanto crediamo fondamentale conoscere cosa è successo, riteniamo ancora più importante capire perché è successo. Qual è il motivo di quella violenza, qual era il piano dietro l’eliminazione fisica di chi proponeva alternative allo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta in nome del più sfrenato liberismo economico della nostra Storia? I venti anni che ci separano dal G8 di Genova, quelli che abbiamo vissuto, sono stati l’attuazione di quel piano. La violenta soppressione dei manifestanti durante il G8 di Genova fu un rifiuto da parte delle élite del pianeta di ascoltare le idee di chi avrebbe voluto un mondo diverso da quello in cui stiamo vivendo. Il nostro presente e il nostro futuro devono fare i conti con quel rifiuto.

Ricordo una scritta nella metropolitana newyorchese: if you see something say something. Di mestiere racconto storie con un occhio particolare al sociale, all’educazione e all’idea che per quanto possibile ciascuno debba fare la propria parte per costruire una società più equa e sostenibile. Le mie storie, ciò su cui concentro lo sguardo, sono il mio contributo. Il mondo è in fiamme e non riesco a decidermi se lo è troppo o se lo è troppo poco. Questo documentario è un modo per rispondere a domande che mi pongo da tempo. Non è un documentario a tesi: nel corso delle ricerche, della produzione, parlando e studiando voglio capire e farmi stupire. Non mi interessano gli slogan. Cerco risposte complesse a domande complesse.

Regia
Stefano Collizzolli, Daniele Gaglianone
Soggetto
Fabio Geda
Sceneggiatura
Fabio Geda, Evandro Fornasier, Stefano Collizzolli, Daniele Gaglianone
Montaggio
Anastasiya Shostak (Assistente al montaggio)
Musica originale
Evandro Fornasier
Altri credits

Niccolò Bosio (fonico di presa diretta)

Produzione esecutiva
Leonardo Barrile
Produttore
Leonardo Barrile, Francesco Favale
Produzione
Samarcanda Film, ZaLab
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund - sviluppo giugno 2020
Ultimo aggiornamento: 14 Marzo 2023