Le campagne sconfinate nel cuore della Sicilia sono divorate da incendi. Ino è un bracciante che vive isolato nelle campagne, affrontando la malattia di un padre ormai dipendente da un apparato di ventilazione non invasiva. Un padre ormai stanco di vivere, il cui ultimo desiderio è fuggire dalla stasi e vedere la neve delle montagne per la prima ed ultima volta nella sua vita. Ino non si rassegnerà alla scelta del padre e mentre il mondo fuori brucia, cercherà di difendere la barriera protettiva che ha creato per lui fino al giorno in cui i fuochi arrivano fino alla loro terra. Fuochi che non porteranno più distruzione, ma per l’ultima volta, liberazione.
Accade solo in estate. Quando l’aria si fa secca e il vento di Scirocco si alza da Sud-Est, vivide e rossastre saette appaiono immobili all’orizzonte: incendi. La Sicilia brucia ogni estate fin da quando ero un bambino. Un bambino che non sapeva spiegare il perché di quei fenomeni. Fuochi nasce dall’impossibilità da parte di quel bambino di spiegare un evento naturale, come una malattia. I fuochi della storia sorgono spontaneamente, consumando il risultato del lavoro degli uomini, così come la malattia del padre di Ino. La mia intenzione è di dirigere Fuochi mostrando la Sicilia come un vasto deserto abitato da pochi, circondato da moderne onnipresenti tecnologie mischiate a luoghi senza un tempo preciso. La scelta dei suoni che fluttuano intorno al protagonista sono un risultato della mia passione per la musica, che mi ha portato ad esplorare il lavoro degli artisti più influenti della cosiddetta glitch music. Il mio desiderio è quindi di incorporare queste influenze mostrando un paesaggio ancestrale in fiamme usando la colonna sonora come contrappunto. Tutti i suoni digitali e analogici che il protagonista assimila intorno a sé, diventano gradualmente parte di quel mondo in musica. Una musica che alla fine, lascia spazio alla sola cosa di cui questi personaggi hanno bisogno: liberazione.