Bogre è un road-movie sulle tracce di catari e bogomili, eretici tra il IX e il XIV secolo. Il regista e la sua troupe compiono un viaggio dalla Bulgaria ai Pirenei alla ricerca delle relazioni culturali e religiose tra due grandi movimenti spirituali e sociali che misero in discussione l’autorità e il potere della Chiesa dominante, proponendosi come “la vera Chiesa”.
Bogre racconta un mondo medievale che solo al primo sguardo appare lontano dal nostro tempo. Il film propone una riflessione sulla libertà di pensiero e di fede: è eretico colui che afferma il diritto/dovere di scegliere secondo coscienza (a testimoniarlo è l’etimologia, dal greco haìresis, scelta).
BOGRE è una storia di idee, di religioni, di viaggi, di persone, di poteri. Chi parla la lingua d’oc sa che Bogre non indica semplicemente un abitante della Bulgaria, ma che da secoli ha assunto il significato di inetto, di babbeo, di colui che maschera la verità. Attorno al XII secolo bogre divenne un insulto diretto ai Catari d'Occitania, colpevoli di seguire una religione non ortodossa, simile per dottrina a un altro grande movimento eretico europeo, quello dei Bogomili bulgari. BOGRE è un film che si rivela, che fa del suo costruirsi un elemento centrale, perché ha bisogno di mostrare il proprio sguardo, relativizzarlo, contestualizzarlo. Andare e tornare, andare e tornare ancora, in movimento, per rispondere a delle domande, per provare a mettersi in salvo dall’oblio, per dare spazio alle differenze, per valorizzare spiritualità e culture lontane e vicine. Per esprimere una critica, per aiutare il pensiero ad essere critico. L’andirivieni: un movimento che era proprio dei Bogre del medioevo, di quegli eretici costretti a fuggire e a rifugiarsi per vivere e condividere le proprie idee, finendo per percorrere lunghi viaggi in lungo e in largo, unendo un’Europa ben prima che fosse unita.