Sono passati più di quarant'anni dall'inizio della fine di Mirafiori come la conoscevamo. L'agonia, la morte e il risveglio della comunità che ospita il (fu) più grande stabilimento automobilistico d'Europa. Una storia di migrazione, difficoltà, speranze, incubi, sogni e ambizioni raccontata da donne e ragazze di età diverse e filmata – dalle immagini girate negli anni 80 dal Laboratorio Millelire con i bambini delle scuole elementari a quelle girate oggi - principalmente in Super 8.
Da anni frequento e lavoro a Mirafiori e grazie alle interviste che ho realizzato per la mostra Mirafiori dopo il Mito, ho scoperto un quartiere che in realtà non conoscevo.
Pensavo di saperla lunga su Mirafiori: le vicende della Fiat, l’immigrazione degli anni Sessanta, le difficoltà degli anni Ottanta, ma quando ho incontrato i personaggi che avrei poi intervistato, la mia convinzione di conoscere il quartiere è andata in crisi.
Molto di quello che sapevo erano luoghi comuni, informazioni di seconda mano, vecchie. Il mio era uno sguardo distratto che mi dava un’immagine sbiadita. Ho scoperto invece una Mirafiori vitale che non ha dimenticato il passato ma vive nel presente e pensa al futuro. Una Mirafiori fatta di persone straordinariamente varie, di tante culture diverse, con interessi per niente banali.
Ho scoperto e voglio raccontare un quartiere che accetta chi è arrivato e continua ad arrivare, un microcosmo che nel suo piccolo racconta una storia di trasformazione, accoglienza e voglia di vivere. E questa storia sarà tutta la femminile, con le voci di donne di diversa età che abitano, lavorano, studiano e vivono a Mirafiori.
