Una vera e propria lettera al futuro dell’umanità. Quando, nei prossimi anni, il cambiamento climatico provocherà la più grande crisi che l’uomo dovrà mai affrontare, volgeremo il nostro sguardo al passato. Guardando indietro, ai tanti errori che con consapevolezza abbiamo commesso negli anni, ci porremo allora un’unica domanda: “Come abbiamo potuto permetterlo?” Per questo motivo, un gruppo di 6 persone, fra cui gli attori Maya Sansa, Giuseppe Cederna e il medico Franco Berrino, hanno lasciato le loro case, i loro telefoni e le proprie comodità e si sono avventurati in un viaggio di 7 giorni a piedi attraverso la Val Grande, l’area wilderness più grande d’Europa. Oltre 150 chilometri quadrati di sola natura. Soli, con i propri zaini e i loro pensieri, immersi in una natura primordiale e lontani dalla società che li ha plasmati, hanno avuto il compito di trovare una risposta a quella domanda. Perché non è mai stato un problema di numeri, di dati, di conoscenze o previsioni. Ma solo e unicamente della nostra natura umana. Con la speranza che il nostro presente possa cambiare ancora quel futuro che ci appare così lontano, ma che invece è sempre più vicino.
Da oltre un anno ci preparavamo per affrontare questa nuova esperienza produttiva, altamente sperimentale: ci siamo allenati, andando a correre e mettendoci a dieta. Io in particolare sono riuscito a perdere circa 12 chili: non avrei mai potuto affrontare questo tipo di viaggio un anno fa” racconta Emanuele Caruso, regista e produttore del Documentario “Girare questo mio nuovo progetto in Val Grande è stata l’esperienza più difficile e faticosa che io abbia mai vissuto, anche da un punto di vista fisico. Siamo partiti in otto da Alpe Lut, sopra il Comune di Premosello (VCO), e, per alcuni tratti di cammino si sono unite a noi altre persone. Girare un documentario, in appena sette giorni, portando sempre addosso uno zaino con dentro cibo, vestiti e attrezzatura non è semplice, soprattutto quando la troupe è formata da sole due persone. Infatti, per ragioni di ospitalità nei quattro rifugi nei quali abbiamo sostato, il gruppo non poteva superare le otto persone. E per stare dietro a tutto, noi due della troupe dormivamo al massimo tre ore per notte. Per fortuna siamo stati supportati da alcune Guide Ufficiali del Parco che si sono alternate lungo il percorso durante tutto il periodo delle riprese. 3 Inoltre, per cinque giorni su sette il meteo non è stato favorevole e questo non ci ha certo aiutati nella logistica quotidiana, anche perché abbiamo girato tutto con due cellulari di ultima generazione, che abbiamo scelto di ricaricare esclusivamente con energia fotovoltaica.
Nel pensare a una produzione di questo genere la prima domanda che la troupe si è fatta è stata quella di come realizzare le riprese in modo non invasivo e discreto per essere in grado di seguire – per 7 giorni - i protagonisti in un territorio remoto e impervio come la Val Grande. Vista anche l’impossibilità di disporre sempre di energia elettrica per ricaricare le batterie o scaricare i file prodotti, è stato quindi deciso di realizzare il Documentario in 4k con 2 iPhone di ultima generazione, stabilizzati con un Gimbal e con un Drone Mavic Pro 2: tutta l'attrezzatura era contenuta in una piccola borsa del peso di 1,2 chili. La Troupe disponeva anche di due piccoli microfoni portatili e di una serie di ottiche fisse per cellulare. Attraverso l’ausilio di power bank professionali, di peso inferiore ai 500 grammi, durante il viaggio è stato possibile ricaricare senza problemi tutti i dispositivi.