Sebbene negli ultimi anni sia elevata l’attenzione rivolta al fenomeno del 'cyber bullismo', il reale impatto ne è sottostimato: molti sono i casi “sommersi” che non vengono alla luce reiterando condizioni di disagio dalle quali le vittime non riescono a sottrarsi. Il documentario è un'occasione per affrontare un tema di estrema attualità attraverso un racconto il più possibile umano e personale. L'intento è far emergere le conseguenze sociali non imputabili esclusivamente al singolo ma ad una commistione di cause ed effetti che hanno implicazioni sulla collettività intera. Il punto di vista di giovani protagonisti reali, con una particolare attenzione agli autori di reato, presenta uno spazio di riflessione che chiama in causa le famiglie ma anche gli esperti e le figure di riferimento che su questo tema ricercano, studiano e operano nel quotidiano, contribuendo a risolvere, contrastare e prevenire ogni forma di prevaricazione.
Si stima che solo 1 minore su 10 informi un adulto di essere stato vittima di una qualche forma di violenza fisica o psicologica. Il 28% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni subisce prevaricazioni a scuola (16% femmine e 12% maschi), rispetto al 30% dei pre-adolescenti dagli 11 ai 13 anni. Anche questo dato è in forte incremento rispetto agli anni precedenti. Gli atti di bullismo, troppo spesso trattati superficialmente con modalità sensazionalistiche dai media tradizionali, vengono riportati nel documentario ad una dimensione di analisi più profonda. L’intenzione è di approfondire alcuni processi di giustizia riparativa in grado di contribuire al superamento del trauma attraverso percorsi creativi di mediazione tra le parti e meccanismi di riparazione del tessuto collettivo. Saranno trattati eventi drammatici attraverso un racconto che vuole essere strumento generatore di empatia, dai forti caratteri evocativi, capace di creare nel pubblico un senso di partecipazione oltre che contribuire a contrastare e prevenire questo fenomeno.
