VR Free (We Are Free) è un documentario creativo girato con riprese 360 e destinato a declinarsi in diversi prodotti di fruizione, tra i quali un web doc e installazioni di cabine permanenti, con visori 360, in alcuni luoghi come musei e stazioni. Il film indaga la vita, gli spazi - e il modo di percepire il tempo e l'habitat - di giovani detenuti presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno e l'Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti.
La tecnologia utilizzata permetterà allo spettatore di esplorarli. Per contrastare la deprivazione affettiva, ai detenuti sarà data la possibilità, viceversa, attraverso dei visori di realtà aumentata, di rivivere alcuni momenti della loro quotidianità che, a causa della condizione detentiva, non possono più esperire: saranno loro mostrate, a titolo di esempio, riprese del Parco del Valentino una domenica pomeriggio in primavera, il salotto della loro casa con i familiari, una partita allo stadio e così via, testimonieremo le loro reazioni, in di fronte a questa, potremmo chiamarla, liberazione virtuale.
VR Free è un progetto cinematografico 360 e un esperimento di realtà aumentata. Rappresenta il tentativo di sfruttare il potenziale dei nuovi strumenti offerti dall'evoluzione tecnologica incanalandoli in una forma narrativa e drammatica nuova.
Il montaggio e il design del suono offriranno un'intensa esperienza pienamente cinematografica. La realtà aumentata è in una fase di transizione e gli autori e gli artisti che la utilizzano hanno il dovere di dare profondità alla storia che raccontano. Sperimentando attraverso l'esperienza dello spazio, della
prospettiva e dei punti di vista, l'ambizione è quella di aumentare la comprensione e l'empatia del pubblico rispetto alle condizioni detentive. Il mezzo utilizzato inoltre attiva un processo di partecipazione dei soggetti detenuti che potranno sotto supervisione degli agenti penitenziari e degli autori filmare alcune riprese in soggettiva degli spazi detentivi che abitano.