Italia. Una ricognizione – quasi una tomografia – sul corpo globale del Paese. Il racconto per sole immagini e musica di un territorio ad alta stratificazione nella sua attuale fisionomia, un Atlante domestico di meraviglie a volte incomprese e di luoghi sovente smarriti. Di gente colta nel suo vivere quotidiano, tra la grandezza ancora fruibile del passato e l’apparente stasi del presente. Un’Italia, malgrado tutto, in cammino verso uno sviluppo sostenibile, emblematicamente sospesa tra il vecchio e il nuovo e alla sempre più ardua ricerca di una strada per salvaguardare il proprio èthos.
“Ogni volta mi rendo conto che il cinema italiano, me compreso ovviamente, dell’Italia non ha raccontato niente. Sappiamo tante cose sull’America attraverso i suoi film. Dell’Italia niente.”
L’origine di Amate spoinde è in queste parole di Fellini, il desiderio e insieme l’esigenza di raccontare per immagini cinematografiche il nostro Paese. Un film per sole immagini e musica mediante il quale narrare un’Italia in continua trasformazione, tra innovazione e tradizione, che citando l’architetto Pippo Ciorra è “il prodotto complesso di una serie di forze che si muovono in direzioni diverse: industrializzazione su larga scala e persistenza di un tessuto agricolo minuto e frammentato, ipercaos metropolitano e resistenza dei “mille campanili”, sovrapposizione indistricabile di burocrazia e dolce anarchia”. Amate sponde si propone di mostrarlo, con approccio razionale e al tempo stesso affettivo, privo di retorica e lontano da stereotipi di maniera, senza gerarchie d’importanza nel trattare la complessità dei luoghi e delle loro situazioni umane e senza indurre alla nostalgia. L’idea di un viaggio applicata al mondo in cui viviamo e che ci riguarda da vicino, l’osservazione del volto concreto dell’Italia.