Paolo ha 12 anni, Donato è il suo insegnante di sostegno. Si conoscono al secondo anno di scuola media. Da quel momento la loro passione comune per il cinema si trasforma in un laboratorio a scuola, un documentario su di loro guidato dall’istinto, dall’improvvisazione e dall’attitudine del momento. Paolo e Donato diventano registi e protagonisti allo stesso tempo: si riprendono a vicenda, registrando i momenti di studio e di svago a scuola. Durante le riprese la classe di Paolo viene coinvolta nel tentativo di mettere in scena uno dei passaggi più importanti del mito che tanto lo appassiona: il ritorno di Ulisse ad Itaca narrato nell’Odissea. Tutti Pazzi per Paolo è un percorso pedagogico dove realtà e finzione si intrecciano continuamente e diventano gli strumenti educativi per conoscere sé stessi e il mondo.
In questi dieci anni sono stato l’insegnante di sostegno per molti ragazzi. Da un lato posso confessare una grande soddisfazione nel sentire di avere un ruolo utile nella quotidianità scolastica di ognuno di loro; dall’altro permane un senso di inadeguatezza nel tentativo di stabilire un dialogo finalizzato ad una comprensione più profonda delle reali necessità . Quando ho incontrato Paolo, però, mi sono sentito davvero smarrito per la prima volta. Mi sentivo un intruso incapace di comprendere qualsiasi segnale. Un solo punto di contatto: la passione per il cinema. Fu Paolo ad esprimere per primo e autonomamente la volontà di fare un film. La sua prorompente energia creativa mi ha coinvolto al punto da condurci alla costruzione di un ponte tra i miei due mondi e tra i nostri universi. Il film racconta questo nostro rapporto. Tra di noi, con il cinema e con la scuola. Donato Canosa