L'ultima puntata è ambientata nel capoluogo piemontese, si sfideranno i rappresentanti di una cucina chic ma non formale, innovativa e insieme tradizionale: uno strano mix che funziona.
Trattorie urbane
Non è facile definire con precisione il concetto di “trattoria urbana”. Secondo i ristoratori della decima puntata, si tratta di locali semplici ma chic, ricercati ma essenziali. Un mix difficile da ottenere, sia a livello di offerta culinaria che di arredamento e atmosfera. A Torino ci si prova mettendo insieme gli elementi delle vecchie trattorie (atmosfera conviviale, clima rilassato e piatti abbondanti) e quelli dei ristoranti di qualità (ricette particolari, ingredienti freschi, linea gastronomica molto curata). Il risultato è un locale “ibrido”, dove si può mangiare il miglior salmone affumicato della città e ordinare alzando un braccio o lanciando un urlo. Un esperimento relativamente recente e molto apprezzato su cui 4 Ristoranti apre una finestra.
Veg is better
Uno dei trend nella ristorazione degli ultimi anni riguarda la cucina vegetariana e vegana. E se il numero di persone che non mangiano carne è in crescita in tutta Italia, è altrettanto vero che i ristoranti veg pullulano soprattutto nelle grandi città, dove le nuove mode alimentari arrivano sempre con un certo anticipo. Torino, in particolare, è la portabandiera nazionale di questo filone, tanto che anche la sindaca Chiara Appendino ha inserito nel suo programma di governo "la promozione della dieta vegetariana e vegana sul territorio comunale come atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali”. Non un diktat per i ristoranti cittadini, ovvio, ma un suggerimento che molti hanno accolto. Come “L’Orto già Salsamentario”, che nasce sulle ceneri di un negozio di insaccati e propone cucina vegana e crudista. Dagli spaghetti di daikon (meglio conosciuto come il ravanello cinese), carote e zucchine al tris di risi con zucca, spinaci e arachidi tostati, Eduardo Ferrante sa come mettere in tavola tutte le delizie del regno vegetale.
Tradizione e innovazione
Strizza l'occhio ai veg anche la trattoria “Gaudenzio” con il suo antipasto vegano (carote, crema di sedano e polvere di nocciole) e con lo gnocco vegano (patate, crema di cima di rapa e peperoncino piccante). Ma nel locale di Stefano Petrillo si può ordinare tranquillamente anche uno sgombro al ribes o un filetto d'agnello. Punta sulla tradizione la trattoria “Sorij Nouveau”, dove Piercarlo Primatesta è orgoglioso di mettere in tavola la salsiccia di Bra, patate e bagna cauda, il tipico formaggio piemontese, o i tradizionali ravioli di carne bolliti. Perché, in fin dei conti, una trattoria urbana non può essere completamente slegata dalla città in cui si trova. Lo sa anche Sara Carenzi di “Cenerentola Pret a Manger”, che però, da buona appassionata d'arte, ha trovato il modo per arricchire con fantasia il suo menù. Dall'antipasto, orzo con sgombro e mele, al dolce, la misteriosa “Torta d'aria e acqua”, nel suo ristorante non mancano le ricette innovative e gli accostamenti temerari. Insomma, nel complesso una cucina ricca di novità, fatta di coraggio ma con solidi legami con il passato: tutte caratteristiche che Alessandro Borghese non ha mancato di apprezzare.