Hans Schabe è un soggetto disturbato fin dalla giovane età, a causa di una predisposizione ereditaria e dei comportamenti psicotici della sua famiglia. La sua paranoia evolve col tempo in una fobia verso i rifiuti e la loro crescita spaventosa che nella sua mente si associa alla presenza così numerosa della popolazione di colore, suscitando tutto il suo odio. Alcuni anni dopo, Hans sembra essere guarito e dirige una società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Ma un giorno, di ritorno a casa, uno stimolo esterno fa riemergere con piú forza di prima le sue fobie
«Bisogna fare una premessa, ossia che è il terzo film di una trilogia incentrata sul linguaggio cinematografico. Prendere come tema principale la pazzia per il mio terzo lavoro, visti i precedenti, era sicuramente il modo migliore per avere delle libertà creative che avessero una vicinanza con il contenuto stampato. Quindi lo studio al personaggio di "Hans" è la genesi della sceneggiatura che ho scritto tanti anni fa, quando avevo 17 anni fa, è stata rielaborata cambiata e dopo tanto tempo siamo riusciti a produrre il film e a portarlo sullo schermo. Ho cercato di far sentire le sensazioni non usando parole o situazioni ma l'inquadratura per suscitare emozioni. Ossia per far sentire la paura faccio un'inquadratura che esprima paura e non una situazione paurosa. È proprio un lavoro sul linguaggio»
(L. Nero)