Francesca ha quarant’anni, unica figlia di Manfredi, famoso architetto, vedovo di una designer altrettanto famosa, scomparsa quando Francesca era ancora ragazza.
Forse è anche per sfuggire a delle figure genitoriali ingombranti che Francesca abbandonò Milano, lasciandosi alle spalle una brillante laurea e un luminoso avvenire di architetto nello studio di papà.
Da molti anni ormai vive a Zurigo, apparentemente senza rimpianti, e si è sposata con un marito molto più anziano di lei, col quale ha fatto una figlia, e che probabilmente supplisce a quella sicurezza un po’ paterna di cui sente ancora il bisogno.
I rapporti con Manfredi sono sporadici ma sempre, ogni anno, Francesca gli rende visita per il suo compleanno. Un infortunio del padre costringerà Francesca, non a malincuore, a trascorrere del tempo in quella Milano che aveva cancellato e rimosso ormai da molto tempo. Per fare piacere a suo padre, si metterà a lavorare ad un progetto di una villa da restaurare sul lago di Como, trovandosi così in stretto contatto con Massimo, un uomo oltre la quarantina, il vero “delfino” del padre, fidatissimo collaboratore dello studio fondato da Manfredi.
Massimo, che vive solo e solitario, conducendo con una donna un rapporto complice ma basato su autonomia e indipendenza, non vede di buon occhio questa intrusione di Francesca nello studio. Ma piano piano l’umiltà e la schiettezza di Francesca gli faranno accettare questa collaborazione con curiosità prima e trasporto dopo.
La coppia committente della villa sul lago ha l’entusiasmo e la naiveté dei giovani innamorati e, involontariamente, fa soffiare una nuova vitalità nelle esistenze, in certi aspetti irrisolte e inquiete, di Francesca e Massimo che si proiettano nella vita di quei ragazzi con un affetto e protettività tutta speciale.
Di pari passo con l’evolversi dei lavori di ristrutturazione della casa, cresce anche tra di loro un affiatamento e un’intimità particolare che trova il suo apice nel momento in cui Manfredi muore d’improvviso per un infarto. Se Francesca ha perso il padre, Massimo ha perso il suo maestro, colui che ha creduto subito nel suo talento...
La fine dei lavori della villa, faranno avvicinare i due architetti ancora di più. E in quei momenti affioreranno i dubbi, i reciproci rimpianti...
Forse il riconoscimento l’uno nell’altra di quella metà mancante nella propria vita li porterà, quasi per caso, a ritrovarsi soli nella villa appena terminata come se fosse difficile per loro separarsene.
Come se quella casa progettata per gli altri fosse diventata un po’ anche “la loro casa”... I due architetti trascorreranno la notte insieme, forse la notte d’amore più bella che abbiano mai vissuto...
Ma l’indomani si ritroveranno faccia a faccia con se stessi, le loro scelte, le loro impotenze, le loro piccole sconfitte... Più consapevoli di ciò che sono, amaramente fieri e disillusi...