Italia, giorno d’oggi.
Tra le lenzuola di un letto disfatto si consolano Andrea e Valentina, poco più che ventenni, solitari per necessità. Entrambi sono in fuga da realtà drammatiche: Andrea tiene i resti della sua famiglia, appesa alla speranza di organo salvavita, Valentina è decisa a fuggire da un padre violento e da una madre incapace di reagire. Entrambi amano e respingono d’istinto, e l’Attesa degli eventi è una polveriera pronta a farli esplodere.
Nei corridoi di un ospedale lavora instancabilmente Estela. Pulisce scale, reparti e sale d’attesa. Oggi, però, la sua ansia è evidente: tenta continuamente di contattare la figlia , di cui non ha notizie da una settimana e decide quindi di affrontare il violento ex marito, prima di rivolgersi alla Polizia.
Antonio vive l’improvvisa morte della moglie Angela. Ancora incredulo per l’accaduto, è costretto ad affrontare una scelta mai contemplata: la possibilità della donazione degli organi. Ha poche ore di tempo per indagare tra i ricordi di una vita matrimoniale prima di formulare una risposta.
I dubbi e le decisioni dei personaggi si influenzeranno vicendevolmente, in un racconto corale che ruota attorno al confine tra morte e rinascita.
La forza di questo racconto è la schiettezza utilizzata nel proporre i drammi dei personaggi: nessun filtro in nome del politicamente corretto.
La realtà è, qui, un pugno nello stomaco che non ha bisogno di essere schivato, ma al contrario, guidato perchè arrivi diretto e preciso alla nostra pancia.
Lo sguardo è partecipe, ancorato alle emozioni dei personaggi, ma libero da stilizzazioni poetiche, introspezioni e giudizi morali.
Questo è il realismo che mi interessa: non voglio presentare situazioni straordinarie, ma i bisogni e i tabù legati a un quotidiano che determina le vite di molti.
(Simone Rivoire)