Tra Lima e La Rinconada, città mineraria sulle Ande peruviane, una favola moderna, tragica. Eterna e universale. Un manifesto politico con innesti di realismo magico. Un racconto che travalica le barriere dell’osservazione documentaria per inventare una nuova lingua tra finzione e realtà, ridefinendo le regole dello spazio e del tempo, denunciando le contraddizioni di una società disposta a sacrificare persino la vita sull’altare del Dio denaro.
Sinossi
Jorge lascia la sua casa e la sua famiglia alla periferia di Lima per tentare la fortuna nelle miniere d'oro delle Ande. Inizia così un viaggio fatto di presagi, dove realtà e pensiero magico si fondono, scoprendo man mano che il mito della ricchezza si costruisce su basi che diventano sempre più tangibili - mentre i confini tra vittime e oppressori si fanno sempre più vaghi e sfumati. “Mother Lode” è una favola sulla banalità della discesa agli inferi in epoca neoliberista; un paradigma di un mondo implacabile in cui tutto può essere sacrificato in nome del profitto.
Matteo Tortone (1982) dopo aver studiato Lettere all'Università di Torino lavora nel campo del documentario creativo come autore, produttore e d.o.p. Vince il premio della giuria al Kazan Film Festival (“White Men”, 2011 co-diretto con Alessandro Baltera) e la miglior fotografia al Krakow Film Festival (“Rada”, Alessandro Abba Legnazzi, 2014). Dal 2016 lavora come produttore presso Malfé Film. Nel 2018 firma la fotografia di “Traverser” (After the crossing) di Joel Akafou, presentato nel 2020 in anteprima alla Berlinale –Panorama. Con il suo progetto documentario “Mother Lode” vince l'Eurimages Lab Award [Agora Work in Progress TIFF2019].