Mirella Casale è un’insegnante, ha trent’anni quando nel 1957 nasce Flavia, la bimba, a seguito di un virus, si ammala di encefalite. Per i medici non ci sono speranze ma Mirella non si arrende. E grazie alla sua determinazione, la bambina si riprende, anche se i danni al cervello sono gravissimi. A sei anni prova a iscrivere la bambina a scuola, ma tutti la rifiutano. Le uniche sono le scuole private o le scuole speciali ma lì i bambini vengono abbandonati a loro stessi, e non migliorano.
In quegli anni Mirella conosce l’ANFFAS, un’associazione che si occupa di bambini con handicap. Si parla della possibilità di inserire i bambini con disabilità nelle classi dei cosiddetti "normali". Si fanno volantini, manifestazioni, proteste. E in breve Mirella diventa presidente prima della sezione locale, poi di quella di Torino, infine nazionale. A Roma conosce Aldo Zelioli, funzionario del Ministero dell’Istruzione, che apprezza il suo coraggio. C’è un sottosegretario Franca Falcucci che forse potrebbe appoggiare quella battaglia.
Intanto Mirella a Torino si batte contro le scuole differenziali che confondono disabilità e disagio, riesce a far chiudere un istituto psichiatrico dove i bambini con handicap vengono segregati, apre un centro diurno che inizia la sperimentazione per far studiare i ragazzi disabili, e la Provincia di Torino la manda in Francia (a Lione) dove già si attua l’inclusione, per prendere spunti per aprire un luogo simile in Piemonte, scrive libri su handicap e scuola… fino a quando finalmente il 4 agosto 1977, grazie anche alla sua tenacia, e alla sua battaglia, viene promulgata la legge che ordina l’integrazione dei bambini disabili nella scuola comune.