Il racconto è un viaggio nella condizione femminile delle donne africane, sia nel luogo d’origine, sia come emigrate e in particolare in Piemonte.
Il paese d’origine della protagonista è la Nigeria, dove, nonostante il divieto dello stato all’infibulazione, nelle trubù la tradizione impone ancora questo atroce gesto nei confronti delle giovani donne.
Testimonianze raccolte in Nigeria potranno dare un panorama completo ed esaustivo del fenomeno, e far comprendere a fondo il disagio che provano le ragazze e le donne africane.Con questo fardello sulle spalle le donne africane giunte in Italia si trovano a vivere una sessualità “separata”, drammatica.
A questa complessa problematicità come devono rispondere le strutture sanitarie locali? Una raccolta di testimonianze tra chi già opera su questi argomenti come ginecologi, assistenti sociali, psicologi possono fornire una visione del problema visto dall’altro capo del Mediterraneo.
Per concludere, uno sguardo al futuro può essere offerto dall’onorevole Emma Bonino, che può fornire un quadro legislativo su quanto si sta facendo per la tutela dei diritti delle donne africane in Europa.

«Come scrittrice e regista di nazionalità iraniana mi sento molto vicina alle problematiche femminili legate all’infibulazione. Ma è stata la confessione di una mia amica ginecologa che mi ha rivelato di pazienti con grossi problemi all’apparato genitale, come l’assenza del piacere, la facile esposizione a gravi malattie infettive, a farmi riflettere sui diritti delle donne, soffocate e maltrattate nell’ambito della loro vita naturale. Il più delle volte queste mostruosità che non sono dettate, come si vuol far credere, da tradizioni religiose, ma sono il frutto di odiose usanze diffuse nelle varie tribù, determinano il corso della vita di tante fanciulle, ragazze, donne. Generalmente nel nostro paese le donne africane vengono identificate come prostitute, e il nostro modo di vedere si ferma a queste, poiché sono quelle che hanno più visibilità. Ma quante sono le donne africane che quotidianamente eseguono lavori pesanti, senza limiti d’orario, spesso sottopagate, senza che nessuno tenga conto dei drammi personali che tentano di lasciarsi alle spalle, ma in realtà non le abbandonano mai? La mia è una storia vista innanzitutto dal lato umano. E la racconto come donna cercando di far emergere quel grido d’aiuto che giunge da milioni di donne nel mondo, nella speranza di trovare delle risposte a queste richieste d’aiuto»
(Sepid Kalantari)

Regia
Sepid Nour Kalantari
Soggetto
Sepid Kalantari
Sceneggiatura
Fotografia
Claudio Meloni
Montaggio
Musica originale
Adriano De Micco
Suono
Gigi Miniotti
Operatore
Alberto Airola, Stefano Augusto Meloni
Aiuto regia
Segretario di edizione
Interpreti

M.El Mbimbey, V. Ghignone, A. De Micco, M. Diop, M. Samba Fali, A. Ayassot, A. Crosetto, A. Toppazzini, F. Gotta, Dott. M. Aden, On. E. Bonino, Dott.ssa G. Sacchetti, Dott.ssa M. Livio, M. Ismail, Avv. Ahmed, Dott.ssa A. Migliasso

Direttore di produzione
Produttore
Maurizio Perrone
Produzione
Route 1 (Torino)
con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Regione Piemonte - Assessorato alla Cultura (2005) e Provincia di Milano
Premi e festival

Distribuzione homevideo:
Doc Video

Contatti
Maurizio Perrone
Ultimo aggiornamento: 31 Luglio 2023