Un edificio di mattoni rossi, con una grande scritta al neon: BAGNI.
Sono gli ultimi bagni municipali di Torino, un microcosmo di storie che s'incrociano in uno degli aspetti più intimi della vita di ognuno: la pulizia del proprio corpo. Luogo di incontri tra categorie sociali un tempo molto distinte, luogo di scontri in cui la povertà può prendere la forma della rabbia. Luogo prezioso, perché accanto alla povertà si manifesta anche la condivisione e l'ascolto.
È per noi un'urgenza parlare del presente e raccontare storie che ci sono vicine, che ci appartengono. Una di noi, da poco residente a Torino, ha voluto far partire da qui, luogo in cui vive, le sue ricerche sulla "nuova povertà". Per entrambe da subito, il luogo dei bagni, è stata una rivelazione. Un posto importante, ormai raro, reduce di una storia passata, ma che porta in sè preziosità.
È stato sconcertante scoprire tutta l'attualità racchiusa: quella fetta di italiani che a causa della crisi sono costretti a far ricorso a questo sevizio. Poi è subentrata la fascinazione per il microcosmo di storie di umanità e integrazione, i bagni infatti sono luogo di conflitti, stretti nell’incontro forzato tra povertà e culture diverse, ma soprattutto, spazio di aggregazione e scambio, che nasce, sia da uno degli aspetti più intimi della cura della persona, il lavarsi, sia dall'indigenza economica. L'intenzione è quindi raccontare la complessità di questo spazio con uno sguardo attento e sensibile.